Fredda la montagna (di neve e di sentimenti) e calda la guerra (di sangue, violenza e tradimenti). Un panorama intriso del rosso di cadaveri affastellati dopo una battaglia (Petersburg, 1864, la seconda per numero di morti ed orrori della guerra civile americana, 620 mila caduti in totale) e del verde di una valle che sembra essere lontana da queste tragedie. Anche gli Stati Uniti nascono da una Rivoluzione prima e da uno sterminio fratricida poi. E Anthony Minghella, il regista del pluripremiato Paziente inglese, tenta di rincorrere ancora una volta l'Oscar (ha sette candidature, ma non quelle principali) con questo film imponente e suggestivo, languente ed epico (sembra ancora una rivisitazione della storia di Ulisse e Penelope), sentimentale e avventuroso, adattato dal best seller di Charles Frazier. Certo, può disporre di tre fuoriclasse: Jud Law è Inman, rustico contadino che con un solo bacio si innamora perdutamente di Ada, Nicole Kidman, figlia di un pastore - il bravissimo Donald Sutherland ' che vive riparata col babbo nel tranquillo paesino di Cold Mountain, nella Carolina del Nord. Lui partirà per combattere, sopravviverà agli orrori e diserterà per raggiungere, con tante e troppe vicissitudini tra la pietà, il furore e la fame, la splendida ed intrepida ragazza. E lei, sola tra i cattivi, a combattere e resistere e attendere e dire ogni venti minuti: "Torna, torna da me". Fortunatamente le si affianca Renée Zellweger, rustica, forte contadinotta, che ben allevata, solida e coraggiosa, riuscirà a proteggere, rincuorare e sorridere in mezzo a tanta tragedia. Insomma, Ritorno a Cold Mountain recupera e aggiorna Via col vento facendo, non si sa perché, sparire i neri (vero motivo, quello dell'abolizione della schiavitù, della guerra di Secessione americana), moltiplicando soprusi e violenze (come in ogni guerra) ed inseguendo con puntualità i primi piani dell'allibito Inman che giustamente riflette sull'abominio col quale ogni guerra si presenta nella storia dell'umanità. Stupenda e spaventosa la scena della battaglia iniziale, grandi orizzonti di rigogliosa, incontaminata natura (ma è la Romania, ove il film è stato girato), dispendio di attori e comparse, di costumi (disegnati da Ann Roth) e di scene (perfette, sono di Dante Ferretti), commento musicale adeguato e, per molti, alla fine, un sospiro di sollievo e, forse, anche una lacrima.
Cold Mountain
Il Via col vento di Antony Minghella. Scenografie suggestive ma poche emozioni
12 febbraio, 2004