PHOTO
Cocainorso @ 2023 Universal Studios
1985, dal cielo piovono borsoni contenenti svariati chili di cocaina. Una parte di questi finisce in un vialetto di Knoxville, in Tennessee, insieme al corpo di Andrew Thornton, narcotrafficante costretto a liberarsi del carico in volo, a buttarsi a sua volta dall'aereo finendo al suolo, morto, perché il paracadute non si è aperto. Un'altra parte, consistente, finisce invece nella foresta di Chattahoochee, in Georgia. Qui, mesi dopo, viene ritrovato il cadavere di un orso bruno che, suo malgrado, aveva ingerito notevoli quantità di cocaina.
Questa è la premessa reale di Cocainorso (Cocainebear), film già uscito da qualche settimana negli States (con discreto successo di pubblico - 64 milioni di dollari incassati - dopo un altrettanto discreto hype generato per mezzo social e altro) ora in arrivo in Italia (dal 20 aprile) con Universal Pictures.
Natural horror demenziale e "stonato", il film diretto da Elizabeth Banks (qui alla terza regia in solitaria dopo Pitch Perfect 2 e il reboot Charlie's Angels) - attrice che spesso e volentieri si è cimentata in commedie di grana grossa - mantiene tutto sommato quello che promette, costruendo addirittura fin troppa "trama" e pregresso dei vari personaggi coinvolti in questo folle peregrinare nelle meraviglie di un parco naturale dove a farla da padrone sarà naturalmente questo gigantesto esemplare di orsa femmina, totalmente sballato e ultra-famelico.
Non mancano i momenti riusciti - vedi l'inseguimento tra “Pablo Escobear” (questo il nome con cui venne ribattezzato l'orso della storia vera, che invece - poverino - non aveva infastidito né tantomeno ucciso qualcuno) e l'ambulanza in fuga a tutta velocità, o la sniffata sulla gamba mozzata di un corpo appena dilaniato, o la comparsa dei cuccioletti... - come non manca il divertimento nell'andare a cogliere alcuni dettagli di secondaria importanza (il primo modello di Air Jordan indossate da O'Shea Jackson Jr., figlio di Ice Cube, che nel cinema esordì qualche anno fa con Straight Outta Compton, film che raccontava la genesi degli N.W.A, di cui proprio Ice Cube faceva parte...), vedi il cameo di Matthew Rhys che incarna lo sfortunato "paracadutista" di inizio film lasciando poi il campo a Keri Russell, sua compagna-spia nella bella The Americans, qui invece mamma-infermiera disposta a tutto pur di recuperare la figlioletta dispersa nel bosco dopo essersi avventurata con un amichetto anziché andare a scuola.
Insomma, anche la durata contenuta (95'), la presenza di Margo Martindale (una ranger in cerca di romanticismo e con la mira a dir poco rivedibile...) e l'ultima apparizione di Ray Liotta (trafficante che deve a tutti i costi recuperare la droga), fanno di Cocainorso uno strano oggetto (certo non così estremo come i vari, “favolosi” Sharknado...), che magari non diventerà "di culto" ma che con buona probabilità vi farà divertire per un'oretta e mezza.
A meno che non pretendiate chissà che cosa. In quel caso lasciate stare e “tirate” avanti. In attesa del temibilissimo Cocaine Shark, parodia a bassissimo budget di cui è già disponibile un trailer e che al 100% non sarà mai distribuito in Italia. Quanto meno in sala.