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silvio muccino
Con Che ne sarà di noi Muccino junior (Silvio) si affranca come sceneggiatore dal fratello Gabriele, ma ne segue fedelmente le suggestioni, seppur in un film diretto dal navigato Giovanni Veronesi (pure coautore). Perché si pensa spesso a Come te nessuno mai (1999) guardando questa commedia adolescenziale dal sapore di dejà vu. Ne sembra il seguito ideale e le vicende del protagonista prendono il via dall'esame di maturità: da dove, cioè, l'avevamo più o meno lasciato alla fine di quel film. E l'idea più originale di Che ne sarà di noi ' seppur vagamente inverosimile ' è che la ricerca dell'amore spinga ciascuno dei protagonisti a inseguirlo in Grecia. Il concetto di fondo è che, fin dall'adolescenza, l'amore reale non coincide mai con quello ideale e la persona dei sogni spesso non è all'altezza della situazione. Matteo (Silvio Muccino), per inseguire Carmen (Violante Placido), convince gli ignari amici Paolo (Giuseppe Sanfelice) e Manuel (Elio Germano) a recarsi sull'isola di Santorini per il viaggio del dopo -maturità. Carmen, a sua volta, a Santorini insegue un amore bugiardo e Silvio è invece inconsapevolmente seguito da un'altra compagna di scuola. Ma il viaggio è un'occasione per tutti di confrontarsi con se stessi, anche a contatto con nuove esperienze e amicizie. Il film si rivela piacevole, forse perché scivola via con leggerezza, nonostante il frequente ricorso a frasi d'effetto o a volute banalità, ma muovendosi comunque in superficie e senza veramente approfondire una reale traiettoria dei personaggi, in molti casi solo tratteggiati. Neppure il protagonista sviluppa un vero e proprio cambiamento dall'inizio alla fine, a parte l'ultimo gesto plateale, segno solo esteriore di una mutazione.