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Vaporidis e Crescentini in
Cemento armato
I capricci del Caso, il contrappasso del Destino. Un uomo viene ucciso, un altro vuol ricominciare a vivere senza più furbizie, accanto alla donna che ama. Un terzo spadroneggia nella giungla romana della speculazione edilizia e del traffico di droga. Un bulletto di quartiere e un gangster metropolitano. Il bulletto: gesti insensati e piccole ruberie. Il gangster: l'inaudita violenza di un intoccabile. Non si conoscono, neanche di nome. Un giorno le loro strade s'incrociano, con conseguenze nefaste... Dai sussulti giovanilistici di una Notte prima degli esami ai crocevia insanguinati delle notti romane. La premiata ditta Brizzi-Martani - stavolta il primo alla sceneggiatura,l'altro alla regia - tenta un'operazione di riporto del poliziottesco che ha il sapore di un azzardo: Cemento armato. Con Nicolas Vaporidis (il bullo), Carolina Crescentini (la donna) e Giorgio Faletti (il gangster), la formazione del più fortunato blockbuster adolescenziale degli ultimi anni è al completo. La riuscita no. Nonostante sia indubbia la capacità di Martani di padroneggiare ritmo e progressione del racconto, e lodevole lo sforzo del cast di rigenerarsi dal precedente successo di botteghino, qualcosa lascia perplessi. Forse il regista - che si è fatto le ossa come sceneggiatore dei film natalizi di Neri Parenti - filtra la materia narrativa con un eccesso di sentimentalismo. Di sicuro il rispetto pedissequo degli stilemi del noir americano, un meccanismo ad incastri troppo calcolato e il vano sforzo degli attori di liberarsi dalle maschere di Notte prima degli esami, non hanno giovato al film. Anche la scelta di una gamma cromatica binaria - algida nei quadri col gangster, calda nell'intimità della famiglia - risulta più scontata che interessante. Fallisce poi il tentativo di raccontare il sottobosco romano, le strutture di potere criminale, le connessioni col tessuto politico-sociale. Bel passo avanti verso un "sistema italiano dei generi". Ma ancora non ci siamo.