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Jennifer Lawrence in Causeway
Pulisce piscine, Lynsey. Toglie i rimasugli, le impurità che rischiano di intasare gli scarichi. Un lavoretto per provare a ricominciare, nella sua New Orleans, in attesa che il percorso riabilitativo sia completato per ottenere nuovamente l'idoneità e riprendere servizio nell'esercito.
Qualche tempo prima, in Afghanistan, è saltata in aria insieme al suo convoglio riportando una lesione cerebrale. Il peggio - dopo la dimissione dall'ospedale è assistita da un'anziana infermiera per le cose anche più semplici, come lavarsi i denti - sembra alle spalle, ma proprio come le piscine che pulisce ogni giorno, Lynsey deve imparare a capire come gestire i rimasugli, le scorie che si annidano nel proprio animo dopo quel trauma. O che ne regolano l'esistenza da ancora prima.
Dopo qualche regia per varie serie tv (come Room 104 e Maid), Causeway è il primo lungometraggio di Lila Neugebauer: in concorso Progressive Cinema alla Festa di Roma, sarà poi disponibile dal 4 novembre su Apple Tv+.
Ed è proprio una sorta di matrice, quella del dramma arthouse targato A24 con destinazione Apple, che coniugando lo spirito indie e il coinvolgimento di un'attrice come Jennifer Lawrence punta ad un posizionamento nell'imminente stagione dei premi.
Titolo che evoca il ponte che attraversa il lago Pontchartrain in Louisiana (il secondo più lungo al mondo), ponte a cui farà accenno nel film il coprotagonista Bryan Tyree Henry, meccanico con cui la ragazza stringe amicizia, anche lui costretto a convivere con lo spettro di traumi impossibili da superare: Causeway allora restituisce a due anime ferite la possibilità di un ponte, appunto, sul quale incontrarsi e attraverso il quale tentare di riposizionare le proprie esistenze.
Lo fa con i feelings giusti, svicolando bene dal rischio di scene madri e abuso di didascalie, procedendo come l'acqua apparentemente ferma di quelle piscine, che in realtà abbisogna solamente di qualcuno che la liberi dalle impurità accumulatesi nel tempo.