PHOTO
Anthony Mackie as Sam Wilson/Captain America in Marvel Studios' CAPTAIN AMERICA: BRAVE NEW WORLD. Photo by Eli Adé. © 2024 MARVEL.
Non è più tempo di eroi. Hollywood destruttura i suoi miti, porta al cinema una realtà in cui manca ogni certezza. Harrison Ford ha sempre prestato il volto a personaggi che evocavano un immaginario avventuroso, dove l’uomo comune si sentiva protetto. Era già stato anche presidente degli Stati Uniti in Air Force One di Wolfgang Petersen. Un gruppo di terroristi assaltava il suo aereo e lui doveva sventare la minaccia. Al vertice della tensione, come sempre. Oggi torna a essere l’inquilino numero uno della Casa Bianca in Captain America: Brave New World di Julius Onah. Incarna un leader controverso, dal passato burrascoso e dal futuro incerto. Non ci si può fidare neanche delle leggende.
Attraverso i blockbuster il sistema cinematografico mostra tutti i suoi timori verso un governo che non dà sicurezza. La Marvel sembra invocare una rifondazione, che abbraccia anche l’attualità. Captain America: Brave New World è un film di transizione nell’universo dei cinecomic, in cui manca da anni una linea portante. Una volta era rappresentata dagli Avengers. Il tentativo è stato di sostituirli con Spiderman, ma non è bastato.
Molti beniamini del pubblico hanno abbandonato il franchise (Chris Evans, Robert Downey Jr.). I gregari sono diventati i frontrunner e adesso hanno la responsabilità di far sventolare la bandiera a stelle e strisce. Steve Rogers, il Capitan America originale, non c’è più. A prendere il suo posto è Sam Wilson, che ha il compito di fronteggiare una nuova minaccia mondiale.
La prima parte ha il tono di una spy story, e la presenza di Harrison Ford mescola l’emozione alla nostalgia. Ma poi manca un vero cambio di marcia. Si intuiscono le buone intenzioni, però il percorso è ancora lungo. Captain America: Brave New World è un punto di partenza, un blocco messo sulla pista per ricominciare a correre. Lo sguardo sulla politica può essere una chiave, recuperando poi lo spirito dinamico che ha caratterizzato i capitoli precedenti. In ogni caso la saga continua, con qualche succoso cameo e villain sempre più diabolici in arrivo.
È interessante notare come ormai il terrore non sia quello di un’invasione aliena (Steve Rogers ne ha respinte ben due), ma di una terza guerra mondiale. I mostri non vengono dallo spazio, camminano tra noi, si annidano all’interno di chi non ci si aspetta. L’anima feroce e brutale della nostra epoca sta cambiando anche gli orizzonti del cinema fantastico.