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Capodanno a New York
In principio fu Pretty Woman, poi gli anni passano, ma Garry Marshall, 77 primavere suonate, non molla: dopo Appuntamento con l'amore (libera traduzione di Valentine's Day, 2010), ecco Capodanno a New York (New Year's Eve). Non cambia quasi nulla – cast all star, romcom corale – tranne il risultato: se già l'Appuntamento era perdibilissimo, questo Capodanno è un pacco. Anzi, una palla, ovvero la sfera luminosa che cala per salutare il nuovo anno a Times Square.
E' il Leitmotiv del film, anzi, lo specchietto per le allodole: tutti col nasino all'insù, dalla vicepresidente del Times Square Alliance Hilary Swank al malato terminale Bob De Niro, che prima di andarsene vuole vedere quella palla per l'ultima volta. Eh già, son soddisfazioni. Della partita, anche Michelle Pfeiffer in mood oltremodo dimesso, Jessica Biel pronta a partorire (e intascare 25mial dollari), Ashton Kutcher bello (?) e “intellettuale” bloccato in ascensore (nuovo, eh?) con la stellina di turno, Zac Efron in versione pony e, per rimanere sull'equino, Sarah Jessica Parker che fa Sarah Jessica Parker.
Tutti compressi, depressi - e destinati a rimanere poco impressi - in un patchwork sciatto e manchevole: sceneggiatura (da scuola) elementare, regia da buonissima la prima e la noia a far da collante. Per rimanere in tempi (le Feste) e modi (l'amore e i suoi derivati), ripescate Love Actually: tutta un'altra storia. Viceversa, qui il tappo rimane nella bottiglia, eppure il film evapora…