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Bypass
Il cinema inglese, soprattutto indipendente, tratta sempre assai volentieri il tema della crescita individuale. E spesso lo fa servendosi di figure giovanili fotografate in un contesto sociale disagiato. La domanda di fondo finisce di conseguenza per essere quella su quante possibilità di successo possa avere un ragazzo di condizioni umili. Non fa eccezione Bypass di Duane Hopkins, presentato nella sezione Orizzonti, un romanzo di formazione duro come si conviene eppure carico di forza vitale.
Al centro del racconto Tim, un ragazzo al quale la vita sembra promettere molto ma cui tutto viene tolto all'improvviso. Di lui sappiamo che è in debito con il mondo, meno del perché lo sia giacché buona parte del suo vissuto si è già compiuto. Come altri coetanei vive ai margini, in bilico tra onestà e corruzione per poter sopravvivere. Quando però incontra Lilly, le cose cambiano. Soprattutto dal momento in cui resta incinta. Tim è preda dell'incertezza, ma di fronte a lui si aprono due sole strade: una di inevitabile ripetizione degli errori commessi dai suoi genitori e al contrario un'altra dominata dalla speranza. Quale sceglierà Tim?
Hopkins costruisce una vicenda che si muove avanti e indietro nel tempo, tra ricordi e ricostruzioni di un passato doloroso. La macchina da presa è incollata ai personaggi e li tallona senza respiro nel tentativo di restituire senza filtri ansie, paure, dolori. Il pedinamento però avviene in maniera da non svelare mai tutto dei protagonisti, il che contribuisce a fare di Bypass un thriller dell'anima di forte tensione psicologica. Nonostante tutto tuttavia, resta un film non perfettamente compiuto. La sceneggiatura qua è là perde di coerenza narrativa, forse per un eccesso di scrittura. Ottimi invece gli attori, e trattandosi di interpreti inglesi lo si può quasi dare per scontato, a cominciare dal protagonista Benjamin Dilloway.
Hopkins è comunque un autore da tenere presente, che in futuro sarà in grado di raggiungere ottimi risultati se solo saprà tenere maggiormente a freno la propria esuberanza creativa.