PHOTO
Buongiorno papà
Il difficile mestiere di essere padre è quello che deve imparare un quarantenne “lampadato, camicia perfettamente stirata e pantalone bianco” che non perde una serata in discoteca e lavora nell'industria cinematografica. L'immaturo Andrea (Raoul Bova) scopre di avere una figlia diciassettenne, Layla (Rosabell Laurenti Sellers), cresciuta con il nonno hippie Enzo (Marco Giallini), che, cliché tra i cliché, è un po' anarchica ma più matura delle coetanee. L' “amico stupido” Paolo (Edoardo Leo) e una professoressa di educazione fisica (Nicole Grimaudo) aiuteranno l'egoista Andrea a fare il papà e ad imparare a prendersi cura degli altri, e Layla a fare la figlia e a capire l'importanza del perdono.
La seconda prova da regista (18 anni dopo è del 2010) dell'attore Edoardo Leo, scritta insieme a Massimiliano Bruno (Nessuno mi può giudicare; Viva l'Italia), è la metamorfosi, già vista, dello sciupafemmine che scopre di essere padre di un'adolescente problematica. L'iniziale rifiuto di paternità dell'eterno Peter Pan di turno lascia il posto all'instaurarsi di un rapporto sincero e ad una presa di coscienza come individuo. Insomma, alla fine le donne, le macchine e la carriera non fanno la felicità, quello che conta sono gli affetti e la sostanza. Superficialità vs Consapevolezza per un film ben confezionato (il product placement magistralmente risolto nella sceneggiatura) che tenta di andare in profondità e intrattiene con una serie di gag dell'ottimo Giallini pur rimanendo una commedia scontata, a volte troppo sdolcinata e buonista.