Com’è noto da tre stagioni, Bridgerton, hit di Netflix, è un’ucronia: nella Recency Era (1811-1820) c’è una società multietnica, i matrimoni interraziali sono consentiti, la Regina è nera (Carlotta, protagonista di una miniserie spin-off). Il grande equivoco, tuttavia, sta nelle aspettative, perlomeno di chi preferisce guardare il dito anziché la luna: è vero, una lezione di storia è altra cosa, l’attendibilità non è prioritaria e la sospensione dell’incredulità è una regola d’ingaggio.

Eppure, al di là delle apparenze, il racconto dall’interno è piuttosto preciso. E feroce: il dito è la fantasia al potere, cioè la naturale convivenza multirazziale che sembra alludere a una vendetta post-colonialista (ma anche i costumi non filologici, le parrucche assurde, la colonna sonora anacronistica: un fantasy, tutto sommato), ma la luna è la social season, il rito fondamentale dell’high society in cui, tra primavera ed estate, si organizzano balli e cene e si pianificano unioni. Perché, sì, bianchi e neri possono amarsi senza problemi, ma è il ceto a dominare: l’élite difende se stessa in nome dell’autoconservazione, i mestieri spettano al resto del mondo (e quelli che vediamo nella serie sono funzionali ai bisogni dei nobili: domestici, tipografi, garzoni), il classismo è una consuetudine mascherata dalla buona educazione.

Bridgerton. (L to R) Hugh Sachs as Brimsley, Golda Rosheuvel as Queen Charlotte, Adjoa Andoh as Lady Agatha Danbury in episode 302 of Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024
Bridgerton. (L to R) Hugh Sachs as Brimsley, Golda Rosheuvel as Queen Charlotte, Adjoa Andoh as Lady Agatha Danbury in episode 302 of Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024
Bridgerton. (L to R) Hugh Sachs as Brimsley, Golda Rosheuvel as Queen Charlotte, Adjoa Andoh as Lady Agatha Danbury in episode 302 of Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024 (LIAM DANIEL/NETFLIX)

E allora, d’accordo, l’ucronia è evidente perché questa Inghilterra non riproduce il corso naturale della Storia, ma Bridgerton è più che centrata nel rappresentare le dinamiche del mercato matrimoniale (le giovani in età da marito da piazzare al miglior pretendente), le tensioni dettate dal chiacchiericcio (descrive le conseguenze del pettegolezzo e al contempo ne tesse un elogio), la centralità della scelta del “diamante della stagione” (sorta di favorita della Regina, la fanciulla da attenzionare), la capacità di fare fronte comune per salvare l’onore di un ceto. Se la prima stagione introduceva (e abituava) alle forme del racconto (l’ingresso in società della Bridgerton più grande e il tira e molla con un ambito duca nero) e la seconda metteva in campo – e risolveva – il tema dell’ostilità verso declassamenti e maldicenze, stavolta la relazione su cui si edifica la stagione (autoconclusiva e organica) ha più di un aspetto interessante.

Qualcuno ha parlato di Gossip Girl che incontra Downton Abbey, il guilty pleasure e il period di qualità, con la differenza che del primo non ha l’esclusività del teen drama d’alto bordo (lo spettro anagrafico è ampio) e del secondo espunge il confronto di classe (le scale non portano mai al piano di sotto). C’è del vero, insomma, poiché la figura di Lady Whistledown, misteriosa autrice di un foglio scandalistico che tiene col fiato sospeso tutta Londra, non solo definisce l’importanza del gossip ma, conoscendone l’identità, chiarisce molte linee che si intrecciano nella serie.

Bridgerton. (L to R) Luke Newton as Colin Bridgerton, Nicola Coughlan as Penelope Featherington in episode 306 of Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024
Bridgerton. (L to R) Luke Newton as Colin Bridgerton, Nicola Coughlan as Penelope Featherington in episode 306 of Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024
Bridgerton. (L to R) Luke Newton as Colin Bridgerton, Nicola Coughlan as Penelope Featherington in episode 306 of Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024 (LIAM DANIEL/NETFLIX)

Penelope Featherington, la protagonista di stagione, si conferma la presenza divergente attorno alla quale si sviluppa il mondo de facto conformista della serie: è l’ultimogenita poco amata di una famiglia non nobile, piena di debiti, che la matrona tiene in piedi grazie a un imbroglio finanziari; è la dirimpettaia dei Bridgerton, olimpici e bellissimi (i vestiti dicono tutto), già migliore amica della femminista Eloise e da sempre innamorata di Colin, che da fratello più goffo torna dopo un lungo viaggio europeo con lo status di sex symbol (macchiettistico, va detto); non sarà mai il diamante, è sul mercato ma nessuno la reclama, si prepara a una vecchiaia da passare con la madre; ed è colei che nell’ombra non solo detta l’agenda della cronaca rosa, fa impazzire la capricciosa Regina e si vendica dei cafoni, ma trova una voce.

Questa stagione di Bridgerton parla essenzialmente di questo: una ragazza che cerca di emanciparsi dal destino imposto dagli altri attraverso un amore inconcepibile (Colin è un playboy, ambitissimo da tutte, dedito ai threesome), il riconoscimento di un posto nel mondo (scrivere, che è anche passione dell’aspirante memorialista Colin), il riposizionamento familiare (offre una nuova chance di riscatto alle sorelle starnazzanti e alla mamma cinica). È, nei fatti, in conflitto con tutti: con la Regina che le dà la caccia, con Eloise che ha scoperto il segreto e non le perdona le cattiverie, con la società che fustiga, con le taglie di una moda non conforme alle sue forme, con Colin nella parte finale, perfino con la voce della meravigliosa Julie Andrews (la Whistledown) che nell’immaginario rappresenta un tipo femminile alternativo a quello di Penelope. E, in questo senso, è la protagonista più complessa e affascinante, forse davvero la più accordata al pubblico, nonché perfetta protagonista della commedia romantica. Non è un caso che ad apprezzarla più di tutte è Lady Danbury, la decana della società e persona più vicina alla sovrana, che qui svela il romanzo sentimentale che si porta dietro (il piccolo plot twist sul suo amore passato è illuminante) e sembra benedire la presa di consapevolezza di Penelope.

Bridgerton. (L to R) Will Tilston as Gregory Bridgerton, Florence Hunt as Hyacinth Bridgerton, Luke Thompson as Benedict Bridgerton, Ruth Gemmell as Lady Violet Bridgerton, Luke Newton as Colin Bridgerton, Nicola Coughlan as Penelope Featherington in episode 308 of Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024
Bridgerton. (L to R) Will Tilston as Gregory Bridgerton, Florence Hunt as Hyacinth Bridgerton, Luke Thompson as Benedict Bridgerton, Ruth Gemmell as Lady Violet Bridgerton, Luke Newton as Colin Bridgerton, Nicola Coughlan as Penelope Featherington in episode 308 of Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024
Bridgerton. (L to R) Will Tilston as Gregory Bridgerton, Florence Hunt as Hyacinth Bridgerton, Luke Thompson as Benedict Bridgerton, Ruth Gemmell as Lady Violet Bridgerton, Luke Newton as Colin Bridgerton, Nicola Coughlan as Penelope Featherington in episode 308 of Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024 (LIAM DANIEL/NETFLIX)

Poi, come sempre, Bridgerton si conferma una miscela irresistibile, così high camp in superficie senza rinunciare a certe vene conservatrici (non irrilevante il fatto che dietro ci siano gli americani Julia Quinn, la scrittrice dei romanzi all’origine, Shonda Rhimes, la produttrice che ha cambiato la televisione, Chris Van Dusen, l’ideatore). Oltre al ménage amoroso tra Penelope e Colin, sospeso tra friendzone e riscatto, c’è spazio per toccare la pansessualità (il threesome di Benedict Bridgerton), la romcom dei senior (il nuovo interesse di Lady Bridgerton), l’ascensore sociale (la promozione dei Mondrich), l’impossibilità di emanciparsi (la triste parabola della maritabile Cressida Cowper), la parodia dell’amore perfetto (i noiosi Anthony e Kate), il gioco di ruolo (le feste, allegorie degli scacchi). L’intrattenimento è di lusso, lo sfarzo non conosce limiti, il ritmo incalza, lo spirito è gaudente, la quarta stagione si annuncia nel finale e impagina il futuro (più drammatico, forse).