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Il tedesco Muli in Black Block
"Spesso si rende necessario contrastare il nemico, sino a renderlo inoffensivo. Il G8 di Genova 2001 l'ha dimostrato nella maniera più feroce". Così Carlo A. Bachschmidt sintetizza nelle note di regia il senso di Black Block, documentario prodotto da Fandango, selezionato in Controcampo Italiano e in uscita, il 15 settembre, in cofanetto dvd+libro.
Fuorviante nel titolo (che potrebbe far pensare ad un doc sulla nascita e sullo sviluppo dell'omonimo "movimento"), il lavoro di Bachschimdt - architetto che all'epoca partecipò all'organizzazione del Genoa Social Forum, occupandosi poi dell'archiviazione e analisi del materiale video-fotografico relativo a quei giorni per il Genoa Legal Forum - si concentra sulle testimonianze di 7 persone che hanno subito la violenza del blitz nella scuola Diaz e le conseguenti torture nella caserma di Bolzaneto: agghiacciante nel riproporre immagini di repertorio ormai stampate nella memoria comune (quasi quanto quelle dell'attacco alle Twin Towers), il documentario affida poi alla parola, al racconto dei vari Muli (di Berlino), Lena e Niels (di Amburgo), Chabi (di Saragoza), Mina (di Parigi), Dan (di Londra), Michael (di Nizza), la ricostruzione di quanto avvenuto in quei terribili giorni di Genova. Ferisce e indigna, senza dubbio, ma non stupisce: pur tentando una lettura progressiva che, attraverso i ricordi dei protagonisti, tenda a rielaborare - per superarlo - quel terribile trauma (affidando alla parabola di Muli il compito di "staccarsi" più delle altre dall'impianto corale), Black Block è il classico prodotto che finisce per aggiungere poco al bagaglio dello spettatore informato, ma che offre senza dubbio uno strumento di conoscenza in più a chi, di quella storia ("finita" recentemente con la condanna a 85 anni complessivi di reclusione per 29 agenti responsabili, che in attesa della Cassazione hanno ottenuto promozioni e avanzamenti di carriera...) non ha saputo molto. In attesa del film Diaz di Daniele Vicari.