PHOTO
BLACK BEAUTY - (Disney/Graham Bartholomew)
Puledri che raccontano e la memoria corre a Tolstoj, ma nella cultura popolare anglosassone la narrazione filtrata dal punto di vista di un cavallo fa pensare soprattutto a Black Beauty, cioè Autobiografia di un cavallo. Nato nell’epoca vittoriana con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica affinché il trattamento degli animali fosse più compassionevole, il bestseller di Anna Sewell diventò subito un classico per l’infanzia, malgrado i bambini non fossero i principali destinatari del romanzo.
Eppure, col senno di poi, non è difficile riconoscere nello sguardo dei giovanissimi lettori quello più adatto a cogliere il senso profondo del testo: chi meglio di un bambino può accettare la sospensione dell’incredulità per cui ascoltiamo il racconto in prima persona di un cavallo? Potere dell’antropomorfismo, sì, però nemmeno troppo: Black Beauty non parla, non muove la bocca come un cartoon, ma pensa, riflette, ricorda.
Non manca la retorica, certo, che vuole gli animali in grado di vedere meglio le cose della vita e così via. E in questo nuovo adattamento del romanzo (da venerdì 27 novembre su Disney+) firmato dalla regista e sceneggiatrice Ashley Avis il rischio lo si corre non di rado, complice la voce di Kate Winslet (nella versione originale, da noi Nicoletta Romanoff) che dona al cavallo potenza e fragilità, gravitas e maturità. Al di là del genderswap (nel libro il cavallo è maschio), la scelta di una personalità come quella di Winslet determina il tono del film, che sceglie un approccio teso alla ricerca del verosimiglianza più che all’avventura fiabesca.
BLACK BEAUTY (Disney/Graham Bartholomew)Non c’è solo lo slittamento di genere tra le novità di questa trasposizione (la decima in oltre un secolo, tra film, miniserie e cartoon): girato in Sudafrica e ambientato ai giorni nostri, è un’attualizzazione che mantiene la centralità dello sguardo del cavallo e il rapporto con la protagonista, interpretata dalla volitiva e vivace Mackenzie Foy.
Dalla nascita nel West americano all’arrivo nelle scuderie passando per gare e peripezie, Black Beauty è quel che si dice un racconto morale, con ogni capitolo della vita del cavallo che contiene un insegnamento per i giovani spettatori. Indiscutibile la cura formale, buona la resa degli interpreti (che bravo Iain Glen), Black Beauty ha le ambizioni del classico moderno e aggiorna con scaltrezza la tradizione delle edificanti storie disneyane.