To’, chi si rivede. Abbonata al premio della giuria (2006, 2008 e 2016), la britannica Andrea Arnold torna in Concorso a Cannes 77 con Bird, seguitando nell’analisi sociologica con beneficio d’invenzione visiva.

Da sempre generosa, di più, devota nel dare potere ai personaggi, fari guida di altrettanti racconti, Arnold è istintuale sin dalle origini, Red Road (2006) e Fish Tank (2008), e al contempo compresa del vigore ideologico e della valenza politica del suo cinema, che parte da Loach (storia) e arriva a ben altra (tras-)figurazione (racconto) accompagnando alla marginalità dei caratteri la centralità dello stile, pur nell’abbrivio naturalista.

Sicché dopo la non riuscitissima trasferta di American Honey (2016) e il sottovalutato ma umanissimo Cow – la vita quotidiana di una mucca da latte – del 2022, con Bird – e siamo a due animali consecutivi… – circoscrive l’universo dinamico, disfunzionale neanche troppo e affettivo assai della dodicenne Bailey (Nykiya Adams), suo padre Bug (Barry Keoghan, solito fuoriclasse) e suo fratello (Jason Buda) in uno squat nel Kent settentrionale: la calma, si fa per dire, di Bailey viene turbata dall’arrivo del misterioso Bird (Franz Rogowski), che cerca notizie dei genitori che lo diedero per morto…

Direzione degli attori che fa di libertà codice e di spontaneità imperativo, camera che – lo smartphone di Bailey è la seconda unità – non rivendica autorità bensì cieli (di) volatili e supplemento d’indagine antropologica, scrittura che fa professione di fede centripeta, dando il primo piano ai misfit, Bird si prova empatico e analitico, carezzevole e lancinante, annoverando adolescenti giustizieri, rospi lisergici, “musica di papà” (Yellow dei Coldplay al karaoke…) e gravidanze, violenza domestica e mera sopravvivenza.

Tutto de core ma senza rinunciare alla lucidità, trovando nell’iterazione la spianata drammaturgica per l’incursione del fantasy à la Birdman – e ci fermiamo qui, diciamo che gli effetti speciali di quello erano migliori.

L’abbiamo già visto altre volte, Bird, e forse la deriva pennuta induce a uccellarlo, ma gli attori sono perfetti, la mano solida e le ottiche solidali: che arrivi il quarto premio della giuria?