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In Cina ha incantato il pubblico di tutte le età, totalizzando un box office di 85 milioni di dollari. Ora questo film d’animazione cinese che è stato paragonato per stile e qualità alle grandi produzioni dello Studio Ghibli arriva in Italia.
Si chiama Big Fish & Begonia e protagonista è una ragazzina di nome Chun, che vive in un mondo parallelo al nostro e che raggiunta la soglia dei sedici anni, come tutti i suoi coetanei “pesci”, si trasforma in un enorme delfino rosso, viene chiamata a salire in superficie per conoscere il mondo umano e imparare ad amministrarlo meglio. Durante una tempesta, il giorno del suo rientro a casa, Chun rimane intrappolata in una rete da pesca e incontrerà un giovane disposto a morire pur di salvarle la vita. Da quel momento le loro anime rimarranno legate indissolubilmente e lei sfiderà il suo mondo e le sue regole ( si trova al di sotto del mare, in un universo popolato da esseri speciali in grado di regolare il tempo, le maree e le stagioni) per tentare di riportarlo in vita. Ma gli esseri umani e questi esseri speciali non possono stare insieme perché le conseguenze potrebbero essere catastrofiche.
Ispirato a un classico della letteratura cinese taoista, ma visivamente molto più vicino al Giappone e ai film di Miyazaki, l’opera prima diretta da Liang Xuan e Zhang Chun mette al centro i temi cari alle produzioni animate della vicina terra nipponica: la metamorfosi, la reincarnazione, la vita e la morte. Difatti, come tutti i personaggi principali dei film di Miyazaki, la protagonista è una giovane ragazza forte e coraggiosa. La storia di un’amicizia particolare nonostante la diversità non può non ricordare Totoro. Ed è impossibile non pensare al personaggio immaginario creato nel 1988 da Miyazaki e alle due bambine che lo abbracciano nel bosco quando si vede Chun che avvolge e stringe l’enorme pesce.
La trama per certi versi rimanda a La città incantata e tutto il mondo sottomarino ci ricorda la pesciolina Ponyo che sogna di diventare umana contro la volontà del padre. Insomma regna l’Oriente. Ma per guardare anche ad Occidente, la storia d’amore impossibile tra due specie diverse (Chun e il grande pesce nel quale è stato trasformato il ragazzo che le ha salvato la vita sacrificando la sua) potrebbe anche essere una declinazione de La sirenetta. E per spingersi ancora più in là potrebbe perfino ricordare il film che quest’anno ha vinto l’Oscar La forma dell’acqua, che vedeva una giovane eroina senza voce innamorata di una creatura squamosa dall’aspetto umanoide. D’altronde l’acqua è trasformazione ed è la forza più malleabile dell’universo. Così come l’amore.
Insomma Big Fish & Begonia è pieno di suggestioni. Tanti i messaggi, anche filosofici, che il film d’animazione cinese contiene. Nella seconda parte sono addirittura troppi. Da oriente a occidente alla fine regna il caos. Ma il finale riporta in alto il ritmo e commuove.