Gestire un pronto soccorso caotico nell'ospedale più complicato e sovraffollato di Berlino non è un compito da poco per la giovane dottoressa Parker, che cerca un nuovo inizio nella capitale tedesca dopo l'implosione della sua vita privata a Monaco. Quando cerca di attuare le riforme necessarie, Parker si scontra con la resistenza del personale ospedaliero, sottopagato, mal equipaggiato e costantemente stremato, che sopravvive solo grazie a un'indispensabile dose di umorismo nero. Eppure, di fronte a un sistema sanitario sempre più spietato, questa squadra malconcia deve mettere da parte le proprie differenze e unire le forze per salvare delle vite.

Berlino: codice rosso è un sorprendente medical drama tedesco che spicca tra le recenti produzioni in un genere che ha spopolato nell’ultimo decennio sul piccolo schermo americano. Creata da Viktor Jakovleski con l’ex medico di pronto soccorso Samuel Jefferson, la serie è uno spaccato della Berlino contemporanea raccontata attraverso le storie di medici che resistono a turni infiniti e logoranti per l’innata vocazione a salvare vite umane. Anche se a volte solo le anfetamine possono aiutare.

La vocazione però è anche quella che serve per vedere una serie tv quasi interamente girata tra sale operatorie e sale d’attesa, dove arrivano ininterrottamente pazienti feriti, urlanti, sanguinanti e che spesso non ce la fanno. Quindi astenetevi deboli di stomaco.

È questo l’incubo che vive ogni giorno Suzanna Parker, detta Zanna (Haley Louise Jones), affiancata da colleghi non esattamente semplici e accoglienti. In prima linea troverà Ben Weber (Slavko Popadic), un brillante traumatologo che vive per il suo lavoro, ma anche un tossicodipendente che nelle poche ore libere ama sballarsi nei club di Berlino. Emina Ertan (Safak Sengül), una preziosa chirurga turca, cinica e aggressiva, anche con il fratello piccolo, Afrim (Arin Baran Akyol).C'è Dominik Kohn (Aram Tafreshian), il tipo di medico, indeciso e incompetente, da cui nessuno vorrebbe farsi curare. E poi gli infermieri sempre pronti ad aiutare. Ma soprattutto i paramedici, la giovane Olivia e il vecchio Olaf, che sfrecciano per le strade di Berlino in ambulanza sfidando il tempo, ma anche le risse, le aggressioni e i pericoli della capitale tedesca. Infine, i pazienti, vite in bilico in attesa di essere visitati.

Drag queen, party animals strappati ai loro after, anziani abbandonati in case di riposo indecenti, poliziotti bianchi e tedeschi, musulmani. La multiculturalità della società di Berlino è ben rappresentata da medici e pazienti che affollano questo ospedale di Kreuzberg, dove le etnie convivono ma non senza problemi. Il razzismo pervade anche il pronto soccorso e non si ferma neanche di fronte a un essere umano in fin di vita. La disperazione, ai limiti della follia, è nello sguardo di anziani dimenticati dai familiari, di donne che pretendono di essere curate pur senza avere alcun sintomo, di pazienti che mangiano ovatta per fame e migranti senza documenti ma con la sifilide. A curarli, medici costantemente sotto pressione, che continuano a lavorare nonostante la scarsità di personale, il sovraffollamento degli ospedali e le infrastrutture fatiscenti.

I registi Alex Schaad e Fabian Möhrke riescono a mostrarci questo mondo deprimente e opprimente attraverso riprese vorticose, movimenti di macchina serrati a ritmo di hip hop e techno, primi piani che dicono più delle cartelle cliniche. Ma il cielo sopra Berlino non è sempre grigio, perché Berlino : codice rosso è anche il ritratto di chi si batte con determinazione per curare il sistema, di chi continua a crederci fino all’ultimo battito, di chi consacra la propria vita agli altri.