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Prima il Sud, ora il Nord, ma il Benvenuti non è lo stesso. Campione d'incassi mutuato dal francese Giù al Nord di Dany Boon, là si rideva, seppur nella Penisola che non c'è, qui viceversa si trova l'Isola di Milano, ma non più la verve comica: l'approdo del postino Alessandro Siani dal collega Claudio Bisio è più d'occasione - dare seguito ai 30 milioni di euro al botteghino - che di sostanza.
Gli stereotipi e i pregiudizi sul Nord non sono così eclatanti e ridanciani come quelli verso il Sud, per cui il regista Luca Miniero e il co-sceneggiatore Fabio Bonifacci puntano sull'incontro-scontro di nordisti e sudisti, riscaldando insipidamente la minestra di Totò, Peppino e la malafemmina. Senza originalità né cattiveria: tanto per dire, il personaggio di Teco Celio è definito “leghista” solo nel press-book, mentre il film non fa nomi né cognomi. E che dire degli interpreti? Senza infamia né lode Bisio, Siani e la new entry à la Marchionne Paolo Rossi, pettoruta e basta Valentina Lodovini, mentre Angela Finocchiaro si fa una - moglie di Bisio - e bina - suocera - rispolverando la perdibile mise di Bar Sport. Nota di consolazione, la postina Ippolita Baldini, che ricorda la signorina snob della Valeri.