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Chi volete che vi salvi, il professore d’antan o quello smart(phone)? Domanda di Beata ignoranza, la commedia di Massimiliano Bruno, che accosta e scontra due prof. di liceo: l’analogico Marco Giallini (Ernesto) e il digitale Alessandro Gassmann (Filippo), uniti da una figlia, divisi da tutto il resto. Tradizionalista e serioso il primo, aggiornato e cialtrone il secondo, i due vorrebbero/dovrebbero rispondere al quesito ontologico ed esistenziale di Bruno: “Chi siamo veramente, quelli online o quelli scollegati?”.
Nel cast anche Valeria Bilello, Carolina Crescentini, Teresa Romagnoli e Giuseppe Ragone, la commedia ha in Giallini e Gassmann il punto di forza: affiatamento, ritmo e ilarità, la loro terza prova insieme – dopo Tutta colpa di Freud (2014) e Se Dio vuole (2015) – cementa la coppia, una tra le più fortunate nel panorama della commedia tricolore.
Note, parzialmente, positive anche per Bruno, che dopo la parentesi malamente “impegnata” de Gli ultimi saranno ultimi (2015) torna a quel che sa fare, e a quel che è: commedia, ridanciana, anche crassa, ma non volgare.
Certo, molto rimane da perfezionare: il film nel film, o meglio il doc nel film che la figlia dei due prof deve girare, è invenzione stracca e farraginosa, e le buone e ilari sequenze scolastiche sono affiancate da altre relazional-sentimentali meno fresche, meno spontanee. Soprattutto, non si capisce il perché di una musichetta fastidiosa, invasiva e costante - compositore Maurizio Filardo – che ignora il contrappunto. Boh.
Al contrario, vanno registrate sapide battute romanesche e dei comprimari irresistibili, quali il fonico e l’operatore del doc e la coppia di “fattoni geniali” coinquilini di Filippo.