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Asterix e Obelix, ancora una volta insieme. Dal fumetto di René Goscinny e Albert Uderzo, al cinema per la regia di Alexandre Astier e Louis Clichy. I due scelgono di scrivere un’avventura completamente nuova, lontana dagli albi su carta.
Si perde così lo spirito di resistenza contro l’invasione (ai tempi metafora della lotta contro il nazismo), e l’entusiasmo gollista della rinascita dopo la guerra.
Panoramix capisce di non essere eterno, e va alla ricerca di un successore a cui rivelare la formula della pozione. Ma un antico rivale si prepara a scatenare la sua magia oscura.
Asterix e il segreto della pozione magica non è brillante come Asterix e il Regno degli dei: punta tutto sulle gag demenziali e cerca di aggiornarsi all’epoca dei supereroi.
Strizza l’occhio agli anni Ottanta con You Spin Me Round dei Dead Or Alive nella colonna sonora, lascia Asterix in disparte per dar vita a un racconto più corale.
Ma la struttura è abbastanza convenzionale, e si rivolge solo ai più piccoli o agli appassionati. E tra i suoi mille personaggi strampalati aggiunge anche un apprendista stregone con l’aureola, che fa la moltiplicazione dei pani (ma non dei pesci).
Breve apparizione anche per il sempre corrucciato Giulio Cesare.