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Ispirato a fatti realmente accaduti, Angoscia di Sonny Mallhi (sua anche la sceneggiatura) è un film drammatico a tinte orrorifiche catalogabile nel cosiddetto sottogenere horror psicologico.
A far da sfondo alla vicenda che vede protagonista l’adolescente Tess (Ryan Simpkins) è la desolata provincia americana. La ragazzina, affetta da disturbi comportamentali e depressione, sembra aggravarsi drasticamente quando con la madre, con la quale vive un rapporto conflittuale (in assenza del padre), si trasferisce in una malinconica cittadina dove Lucy, una sua coetanea, è morta dopo essere stata investita da un’auto in corsa. Presto Tess manifesterà strani sintomi e disturbi dissociativi…
La trama può facilmente indurre a pensare che il low budget in questione possa tentare l’ennesima replica in ambito possessione, ma in realtà, pur non venendo meno i riferimenti a grandi titoli del passato con protagonista il principe delle tenebre, Angoscia propone una nuova soluzione stilistica per trattare il triste quanto difficile tema dei disturbi mentali che mietono sempre più vittime tra i giovanissimi. Il copione di Sonny Mallhi infatti, attraverso una personale chiave interpretativa, propone una vicenda spaventosa e al contempo toccante attingendo a piene mani dai documentati casi di reincarnazione.
Il ritorno in vita di Lucy attraverso il corpo di Tess infatti non si presenta come l’ennesima manifestazione di forze maligne intente a portare morte e distruzione sulla Terra, quanto come il disperato tentativo, attraverso un soggetto particolarmente sensibile e fuori dal comune, di tornare in contatto con il suo più grande affetto: la madre. Un film che, prima di spaventare attraverso uno stile minimalista ed elegante, parla e funge da tramite tra coloro (grossolanamente) definiti ‘depressi’ e il resto della società, inconsapevolmente schizofrenica e folle. Un film toccante e che ha tanto da dire, se si è disposti (e pronti) ad ascoltare.