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And Just Like That
Carrie, Charlotte, Miranda, ma senza Samantha, tornano nella New York da sogno di Sex and the City. Non sono più trentenni, ma donne di cinquant’anni in preda a una crisi di mezza età, tra capelli grigi e discussioni sui filler. Carrie Bradshaw, protagonista della serie originale e famosa per la sua influente rubrica di giornale, ora ha un suo podcast. Travolta dal lutto improvviso del compagno, Mr. Big (Chris Noth), cerca di iniziare una nuova vita. Carrie inoltre ha appena pubblicato un suo romanzo autobiografico quando si imbatte nell’ex direttrice di Vogue, che adesso vuole fondare Vivante, una rivista online per donne della terza età. La coinvolge nel progetto, ma Carrie non si sente anagraficamente pronta. Miranda Hobbes ha voltato le spalle al diritto societario per studiare diritti umani. Nel frattempo, il suo matrimonio con Steve (David Eigenberg) va in pezzi quando lei scopre di essere attratta da Che Diaz, stand-up comedian non binaria. La gallerista d’arte Charlotte York Goldenblatt, invece, è totalmente assorbita, insieme al marito, dal crescere le loro figlie adolescenti: Lily dal grande talento musicale e Rose, nel mezzo di una crisi di genere. Infine, i litigiosi Stanford e Anthony (Willie Garson e Mario Cantone) sono sempre lì ad ascoltare e sostenere le amiche come una volta.
And Just Like That è il nuovo capitolo di Sex and the City, la serie tv cult che alla fine degli anni ‘90 ha conquistato il mondo con la sua visione originale e divertente dell'amore, delle relazioni e del sesso. Venticinque anni dopo, And Just Like That, creata e scritta da Michael Patrick King, racconta la vita delle ritrovate Carrie, Charlotte e Miranda a New York. Tornano le favolose protagoniste Sarah Jessica Parker, Cynthia Nixon e Kristin Davis, ma non mancano le new entry: Sara Ramirez nei panni di Che Diaz, Nicole Ari Parker in quelli di Lisa, talentuosa documentarista, e Sarita Choudhury nel ruolo di Seema, agente immobiliare di successo. La grande assente invece è Kim Cattrall che fa rinascere la sua Samantha solo per il tempo di un brevissimo cameo.
And Just Like That rievoca il glamour, l’ironia hot e le questioni femminili di Sex and the City adattati al mondo contemporaneo post-Covid tra fluidità di genere, nuovi media e politically correct. Ma se iniziamo a guardare la prima stagione con l’entusiasmo di ritrovare le amate protagoniste, finiamo la seconda con ancora più nostalgia di Sex and the City.
In particolare, la maggior preoccupazione degli sceneggiatori è l’inclusività, rappresentata da Che Diaz, che però finisce per diventare caricatura di se stessa mentre dà lezioni sull’essere non binari al gruppo di amiche bianche e cisgender. In generale tutti i personaggi appaiono deboli e poco incisivi: se le protagoniste hanno perso la loro vitalità, i nuovi personaggi sono solo accennati e mai approfonditi né sviluppati. In una narrazione frammentaria e poco coesa, si salta da un personaggio all’altro, da una storia all’altra, alla ricerca di una battuta o di una situazione comica.
And Just Like That non riesce a trovare un filo conduttore che ricordi al pubblico che, qualsiasi esperienza le protagoniste vivano, le loro storie hanno un valore universale. Quindi se Sex and the City era riuscito a fotografare un’epoca attraverso ragazze determinate a scardinare la società con un linguaggio nuovo, And Just Like That appare un sequel confuso e fiacco. Ci resta solo da ammirare la confezione scintillante: colori esplosivi, completi leopardati, clutch a forma di piccione e tacchi dorati, closet rooms da sogno e le migliori location di Manhattan tra Met Gala, lussuose boutique della Fifth Avenue e ristoranti di tendenza dell’Upper East Side.