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Milioni di anni fa, nell’era preistorica, gli uomini vivevano nel nulla e si riunivano in tribù. Tra loro c’è un giovane di nome Keda (Kodi Smit-McPhee, X-Men: The Apocalypse e Let Me In) che deve imparare le regole per entrare nel gruppo di cacciatori guidati da suo padre Tau (Jóhannes Haukur Jóhannesson, Game of Thrones e Noah).
In realtà Keda è piuttosto imbranato: è bravissimo a rendere appuntite le pietre per usarle come coltelli, ma quando si trova di fronte a un animale, anche se ferito, non riesce ad ucciderlo. Il padre lo esorta a dimostrargli di essere in grado di comandare e a cacciare al suo fianco perché “solo chi è forte sopravvive. La vita non è un diritto. Devi sudartela”.
Ma un giorno in uno scontro contro un branco di bufali il povero Keda non riesce a spuntarla nella lotta e finisce caricato da uno di questi animali in un crepaccio. Il padre disperato credendolo morto abbandona il luogo insieme agli altri della tribù. A quel punto Keda dovrà imparare a cavarsela da solo nella natura selvaggia e nell’era glaciale quando gli inverni erano rigidi e duravano per nove mesi l’anno. Per fortuna in mezzo a mille ostacoli e pericoli troverà un amico: un lupo che lui chiamerà Alpha.
Parte in modo apocalittico questo film diretto da Albert Hughes (che solitamente realizza film di genere insieme al fratello Allen, questa volta non coinvolto nel progetto) e poi si trasforma in una storia d’amicizia tra un uomo e un animale.
Di queste ne abbiamo viste tante e sicuramente più affascinanti al cinema: da Belle e Sebastien fino a Il viaggio di Arlo. Insomma non è il rapporto tra Keda e il lupo a lasciare il segno o a emozionarci.
Piuttosto impressionano le varie situazioni estreme, realizzate con molta computer grafica, nelle quali si trova il ragazzo circondato da un branco di lupi, prigioniero sotto un’immensa lastra di ghiaccio o nel mezzo di una bufera di neve. In poche parole l’adrenalina in parte c’è, ma non basta.