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Costa-Gavras e il suo cinema in movimento. Palazzi, corridoi, tavoli, sedie, e una miriade di politici che si scannano: elementi statici ai quali il regista regala una sorprendente vitalità. I suoi protagonisti si alzano, vanno a fronteggiare gli avversari a muso duro, si siedono, si agitano, attraversano le stanze con ampie falcate. E l’azione si alimenta della gestualità dei suoi interpreti.
La macchina da presa li incalza con campi e controcampi serrati, li stritola nei primi piani. A volte passa da un oratore all’altro senza staccare, mantenendo la stessa inquadratura. È una danza, come quella che viene mostrata al pubblico in una delle ultime sequenze. Il primo ministro greco Alexis Tsipras è assediato dall’Europa, guidata dalla Germania. I capi di Stato si muovono compatti verso di lui, e, quando prova a reagire, lo imprigionano in un cerchio, lo prendono a braccetto, lo fanno ballare come una marionetta. L’unica salvezza è una porta con sopra scritto “Exit”, che rappresenta il referendum per la Grexit del 2015. Ma oltre c’è un’inquietante oscurità, quindi è meglio fare un passo indietro.
Questa è la sintesi della crisi finanziaria: un girotondo mortuario, una spirale da inferi. Numeri, dati, prospetti, da cui dipende l’esistenza di una nazione. Costa-Gavras utilizza un tono grottesco, attacca le istituzioni, fa riflettere sull’animo meschino di chi siede ai posti di comando. Più la carriera porta in alto, più scende l’onestà. E la stoccata finale arriva da Christine Lagarde, all’epoca direttrice del Fondo Monetario Internazionale: “Servirebbero degli adulti in questa stanza”, dice sottovoce mentre i ministri si arroccano sulle loro posizioni e si “tengono il muso”. Adults in the Room, ovvero ciò che non si è mai potuto avere.
Si torna a Il cacciatore di teste (l’economia che spinge l’uomo comune verso l’omicidio), a Le Capital (banche europee, trattative al limite). Denaro, ambizioni, follia. Costa-Gavras mette in scena l’intera escalation, e ancora una volta si schiera dalla parte del popolo. La sua è una condanna perenne verso l’orgia del potere (Z – L’orgia del potere, forse il suo capolavoro), verso chi non scende a compromessi e impone la propria volontà sui più deboli.
Il punto di vista è quello di Yanis Varoufakis, il ministro che cercò una via d’uscita all’austerità imposta dall’Europa. Il film è tratto dal suo libro Adults in the Room – My Battle with Europe deep Establishment. La realtà che si fa finzione, prima su carta e poi sullo schermo. Vengono in mente le parole di Nanni Moretti in Santiago, Italia: “Io non sono imparziale”. Non lo è Costa-Gavras, non deve esserlo la platea. Che può anche scegliere di rigettare questa versione dei fatti, e puntare il dito contro Varoufakis. La Grecia a processo, l’Europa a processo, noi al banco dei testimoni. Mentre un verdetto non è stato ancora raggiunto.