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Stefania Rocca è Caterina, la madre di Ciccio, un adolescente iperattivo con la passione per la musica e per lo strumento della batteria. L’iperattività, tuttavia, è solo una spia del disagio mentale destinato a rendere problematica la vita del ragazzo e a mettere in discussione la sopravvivenza della sua stessa famiglia. Il padre, che non accetta il disturbo del figlio, abbandona la casa e Caterina è costretta a contare soltanto sulle proprie forze e su quelle dell’altra figlia Tania per cercare di garantire un minimo di serenità all’adorato figlio maschio.
Il dramma familiare di Abbraccialo per me, regia del televisivo Vittorio Sindoni, è soprattutto un dramma cinematografico che tocca fondi particolarmente bassi nella ricostruzione ambientale siciliana, quanto mai falsa e di maniera, nella recitazione spensierata (la Rocca e lo stesso Vincenzo Amato, protagonista del Nuovomondo di Crialese, qui nel ruolo del padre, sembrano lobotomizzati) e, infine, in un ritmo che assume le cadenze dolciastre e sciatte della più trita tv generalista. Il servizio reso al tema sociale è a mezza pensione, quello al cinema completamente assente.