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A Murder at the End of the World
Darby Hart (Emma Corrin) è un’investigatrice amatoriale ed esperta hacker, cresciuta sulle scene del crimine insieme al padre, medico legale, in Iowa. Darby viene invitata, insieme ad altri otto ospiti, da Andy Ronson (Clive Owen), un miliardario solitario esperto di tecnologia, a partecipare a un ritiro segreto in una località remota e misteriosa. L’invito arriva tramite un assistente di intelligenza artificiale, un ologramma di nome Ray, ma il motivo dell’incontro rimane oscuro, la destinazione ignota fino all’atterraggio in una terra di neve e ghiaccio.
L’Islanda abbaglia gli invitati di luce e bellezza. Il luogo del meeting appare come una navicella spaziale adagiata in un mare di neve, ma dagli interni lussuosi e high tech. "C'è morte dappertutto", dice Andy Ronson alla cena di benvenuto. “Virus in mutazione, natura selvaggia in diminuzione, democrazia in disfacimento”. Ronson, come un contemporaneo Elon Musk, si circonda delle menti più brillanti per riflettere su come salvare l'umanità dal suo futuro incerto.
Tra il volo e la prima cena, Darby inizia a conoscere gli altri ospiti: il venture capitalist David (Raúl Esparza), l'astronauta brasiliana e prima donna a camminare sulla Luna, Sian (Alice Braga), il climatologo asiatico Rohan (Javed Khan), il regista americano Martin (Jermaine Fowler), l’attivista iraniana Ziba (Pegah Ferydoni), il titano della tecnologia cinese Lu Mei (Joan Chen), Oliver (Ryan J. Haddad), figlio disabile di immigrati che si è distinto nella robotica ad Harvard, Bill (Harris Dickinson), artista critico nei confronti dell'intelligenza artificiale nonché ex di Darby e la moglie del padrone di casa, Lee (Brit Marling). La compagnia si annuncia brillante e la settimana carica di aspettative. Ma dopo cena, uno degli ospiti viene trovato morto nella sua camera. Darby non può far altro che iniziare a indagare segretamente per dimostrare che si tratta di un omicidio contro una marea di interessi contrastanti e prima che l’assassino faccia una nuova vittima.
A Murder at the End of the World è una serie murder mystery creata e diretta da Brit Marling e Zal Batmanglij, un duo arrivato alla quarta collaborazione dopo la recente serie Netflix, The OA. Marling e Batmanglij sono anche produttori esecutivi insieme ad Andrea Sperling, Melanie Marnich e Nicki Paluga. La serie in sette episodi, prodotta da FX Productions, mette al centro della scena un nuovo tipo di detective, la Sherlock Holmes della Generazione Z.
Una camaleontica Emma Corrin, candidata agli Emmy per The Crown, perde le sembianze di Lady Diana e il suo accento inglese per calarsi brillantemente nella parte di una giovane ragazza americana, una geek dai capelli rosa e il felpone con cappuccio che trova più semplice hackerare sistemi informatici che interagire con altre persone. Ma nella fortezza di Andy Ronson i cellulari e gli apparecchi elettronici degli ospiti vengono sequestrati, perciò Darby, sconvolta dalla morte scioccante di una persona a lei cara, inizia a interrogare personalmente tutti gli invitati, cercando di risolvere il mistero. L’atmosfera si fa cupa e claustrofobica se non fosse per i flashback nel passato di Darby. Ai paesaggi imbiancati di neve e ghiaccio dell’Islanda infatti spesso si alternano immagini calde e soleggiate del Midwest americano, al presente fosco si sostituisce un passato luminoso.
Così mentre avanza l’indagine di Darby nell’elegante tech retreat, avanza anche la ricerca che la portò, insieme a Bill, sulle tracce del serial killer di numerose donne in diversi Stati d’America. Tra ricordi di squallide camere di motel lungo autostrade americane, tramonti in paesaggi deserti e notti sul retro di un pick up sotto le stelle, Darby rivive la libertà di quel road trip che fu anche l’inizio della sua storia d’amore con Bill, in contrapposizione al presente soffocante tra interni inquietanti dove ogni movimento è sorvegliato, ogni parola è registrata.
La tecnologia è una presenza costante nella serie che rivela il suo doppio volto. Le chat board di cui Darby si serve per condurre le indagini, l'assistente AI che si occupa di tutte le esigenze degli ospiti, l’intelligenza alternativa, come Andy preferisce chiamarla, che alimenta ogni centimetro della sua fortezza, mostrano l’aspetto positivo della tecnologia che stimola l’azione collettiva, unisce le persone e potenzia il talento umano, ma rivelano anche le conseguenze spaventose dell’affidare la nostra vita a macchine che a volte sfuggono al controllo umano.
Ma soprattutto cosa succede se la tecnologia prevale sull’uomo o viene affidata alla persona sbagliata? L'assassino sfrutta infatti la dipendenza digitale delle persone, introducendosi nei feed delle telecamere, nei dispositivi medici e nei sistemi di sicurezza, dimostrando quanto possiamo diventare vulnerabili quando affidiamo alle macchine le nostre operazioni più importanti. È dunque la riflessione sul ruolo della tecnologia nella nostra vita che rende veramente interessante il giallo. Bellezza e orrore sono due volti della stessa realtà, che episodio dopo episodio, si fa sempre più enigmatica.
La narrazione procede lenta e indugia nelle paranoie, ossessioni e memorie della protagonista, lasciandoci il tempo di contemplare le immagini curate dalla direttrice della fotografia Charlotte Bruus Christensen, sul sottofondo della colonna sonora, eterea e al tempo stesso conturbante, composta da Danny Bensi e Saunder Jurriaans. Tra paesaggi artici, temperature gelide e inespressive macchine, vien voglia di raccogliersi intorno al fuoco e riscoprire il calore umano. A Murder at the End of the World è un thriller metafisico sulla secolare sfida tra l’intelligenza umana e artificiale. Un dark romance su due giovani disorientati, figli dell’era di internet, che cercano di decodificare il complesso mondo contemporaneo.