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Tobias Menzies e Julia Louis-Dreyfus in A dire il vero di Nicole Holofcener
Dopo il passaggio al Sundance 2023 e l'anteprima italiana al Torino Film Festival, arriva nelle nostre sale (dall'8 febbraio con Vertice 360) A dire il vero, nuova commedia sofisticata scritta e diretta da Nicole Holofcener.
L'assunto di partenza è abbastanza curioso e stimolante: che cosa succede in un matrimonio di lunga data eppure affiatato dopo la scoperta di una bugia "bianca"? Nello specifico, la scrittrice Beth (Julia Louis-Dreyfus) si appresta a pubblicare il suo secondo romanzo dopo un memoir di successo. Del tutto casualmente ascolta il marito Don (Tobias Menzies) mentre confida al cognato di non aver particolarmente amato la sua ultima fatica, contrariamente a quanto sempre detto alla moglie: è l'inizio di una crisi, dapprima personale, che poco a poco – inevitabilmente – toccherà anche le corde di quella relazione, fino a quel momento armonica e basata sulla fiducia reciproca.
Con la consueta eleganza, figlia di una scrittura arguta e mai sopra le righe (non a caso parliamo di un'autrice candidata all'Oscar, per la bellissima sceneggiatura di Copia originale, diretto nel 2018 da Melissa McCarthty), Holofcener – che esordì dietro la macchina da presa nel 1996 con Parlando e sparlando – torna alla regia di un lungometraggio dopo la parentesi seriale di Mrs. Fletcher e si interroga sulle conseguenze di un sentimento ferito, seppur a fin di bene: You Hurt My Feelings, questo il titolo originale, diventa dunque un piccolo caleidoscopio che tenta di illuminare gli angoli taciuti dei rapporti di coppia.
Non esistono risposte definitive, sarebbe impossibile fornirle, la cosa interessante è provare a mettersi nella stessa situazione: è sempre bene dire quello che ci passa per la testa alla persona amata o, per evitare di ferirla, è meglio edulcorare le opinioni relativamente alle questioni che la toccano nel profondo? E "menzogne" di questo tipo possono compromettere gli equilibri in un sano rapporto d'amore?
Alleniano per cifra ed atmosfere (il patrigno della regista ha prodotto vari film del maestro newyorkese e lei, da piccola, era spesso su quei set…), il film trova dunque il suo cuore in questa domanda ma sa allargare il proprio campo d'azione tratteggiando con cura tutti i personaggi di contorno, dalla sorella della protagonista in crisi con il suo lavoro di arredatrice d'interni, al figlio della coppia appena lasciato dalla ragazza, passando per i vari pazienti di Don, psicologo, che si alternano ciclicamente nel suo studio.
A rubare la scena – sarà un caso?… – è la coppia in terapia matrimoniale che finirà per pretendere un rimborso visti gli scarsi risultati ottenuti: “Veniamo qui da più di un anno e le cose tra di noi non sono migliorate affatto”. In certi casi, evidentemente, non è solo una questione di verità o piccole bugie…