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Aurore è una cinquantenne divorziata, ha due figlie di cui una incinta. Passa da un lavoro all’altro e la prospettiva di diventare nonna, nonché la menopausa incombente, la riempie di perplessità.
Un giorno, per puro caso, Aurore ritrova Christophe, il suo primo amore adolescenziale, e da quel momento il desiderio di ricominciare una nuova vita, lasciandosi andare al sentimento nonostante gli anni trascorsi, si intreccia con le mille incombenze della vita quotidiana e i problemi di famiglia.
Diretta da Blandine Lenoir, 50 primavere è una commedia garbata e malinconica che fa perno sul tema abusato ma mai logoro del rimpianto per un passato irrimediabilmente perduto; giocata tutta in chiave femminile, l’opera ritrae con partecipazione il passaggio tra una generazione e l’altra - le più giovani divise tra speranza e pessimismo, le più mature disilluse - e la persistenza dei sentimenti nel tempo.
I personaggi sono ben caratterizzati - così come i dialoghi che, in un paio di sequenze, danno vita a situazioni godibilissime - e la protagonista, interpretata da Agnès Jaoui, convince per l’equilibrio tra simpatia e disincanto.