Durante una vacanza con la famiglia sul fiume vicino alla città di Springfield, Homer Simpson causa un terribile disastro ecologico. Per il suo incauto gesto, lui e la sua famiglia rischieranno un'esemplare punizione...
SCHEDA FILM
Regia: David Silverman
Soggetto: Matt Groening - serie animata, James L. Brooks, Sam Simon
Sceneggiatura: Matt Groening, James L. Brooks, Al Jean, Ian Maxtone-Graham, George Meyer (II), David Mirkin, Mike Reiss, Mike Scully, Matt Selman, John Swartzwelder, Jon Vitti
Musiche: Hans Zimmer
Montaggio: John Carnochan
Scenografia: Dima Malanitchev
Effetti: Carol VanHook, Akom Production Company, Film Roman Productions, Rough Draft Studios
Altri titoli:
I Simpson
Durata: 87
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE
Tratto da: personaggi dell'omonima serie animata ideata da Matt Groening
Produzione: 20TH CENTURY FOX, FILM ROMAN PRODUCTIONS, GRACIE FILMS
Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA
Data uscita: 2007-09-14
TRAILER
NOTE
- VOCI DELLA VERSIONE ORIGINALE: DAN CASTELLANETA (HOMER SIMPSON), JULIE KAVNER (MARGE SIMPSON), NANCY CARTWRIGHT (BART SIMPSON), YEARDLEY SMITH (LISA SIMPSON).
- CANDIDATO AL GOLDEN GLOBE 2008 COME MIGLIOR FILM D'ANIMAZIONE.
- CANDIDATO AL NASTRO D'ARGENTO 2008 COME MIGLIOR FILM EXTRAEUROPEO.
CRITICA
"Sottrarre alla serialità e racchiudere nell''unicità del film la vita di Homer, Marge, Bart, Lisa e Maggie Simpson poteva essere deludente. Era forse il rischio di 'nobilitare' e rammollire il mordi e fuggi degli episodi, dovendo amplificare in un'unica storia lunga miserie (infinite) e grandezze (poche), innumerevoli bassezze e rare moralità dell'antieroico capofamiglia. Invece ci si diverte parecchio e il succo viene preservato. L'uomo-massa Homer, sua moglie Marge che tiene dritta la barra dei valori irrinunciabili, il primogenito Bart cresciuto alla scuola delle furbizie paterne da quattro soldi. la sorella Lisa intellettualmente superdotata e politicamente corretta, e la saggia Maggie muta dietro l'eterno ciuccio, si confermano la più geniale invenzione cartoonistica
dell'ultimo ventennio, e come la più diretta eredità, per pari forza inventiva e capacità di rappresentare la contemporaneità americana, dei Peanuts." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 14 settembre 2007)
"Come nelle serie destinate alla televisione, la descrizione dei caratteri, il piacere della gag, la voglia di dissacrare, il gusto della citazione e dello sberleffo vincono sulle leggi della narrazione. In questo modo la storia vera e propria rischia di sembrare, almeno a un non-fan della serie, un po' sfrangiata e pretestuosa, mentre il ritmo super-incalzante delle trovate trasforma il film in una specie di interminabile fuoco d'artificio. Secondo una logica che ribalta la tradizionale unitarietà dell'opera per far diventare la frammentazione narrativa una frammentazione estetica, dove il piacere dello spettatore non sta più nel collegare e incastrare i vari elementi del film per trovare un senso unificante ma piuttosto nel cercare ognuno il proprio personalissimo oggetto. C'è la polemica ecologista: il concerto iniziale dei Green Day, le frecciate alla politica del governo, l'ironia su Al Gore e il suo 'Una scomoda verità' ... C'e il piacere di ritrovare i personaggi resi popolari dalla serie: il nonno Abraham, il proprietario della centrale nucleare Montgomery Burns, il religiosissimo vicino di casa Ned Flanders ... C'è la tradizione di ospitare una star all'interno di ogni storia. E alla fine c'è anche la scommessa di fare un film pensato soprattutto per il cinema (il formato panoramico, le battute di Homer sui film troppo appiattiti sui contenuti televisivi la gag sull'intervallo) sfidando le possibili reazioni del pubblico quando il film circolerà in dvd. Ma c'è soprattutto il divertimento un po' autocelebrativo di chi ha creato una serie di successo (sono undici gli sceneggiatori degli episodi tv coinvolti nel film, accanto al regista David Silverman) per vedersi consacrati su uno schermo talmente gigante." (Paolo Mereghetti,
'Corriere della Sera', 14 settembre 2007)
"Meno divertente degli episodi tv, meno cinico e sarcastico, il film carino dalla animazione perfetta è da vedere senz'altro. Nelle storie dei Simpson non c'è mai lieto fine ma neppure disperazione: Homer viene sempre maltrattato e neppure se ne accorge; sua moglie Marge è gravata da una pettinatura blu alta quanto lei; la satira paradossale colpisce con la stessa crudeltà i ricchi e i poveri, i potenti e gli impotenti, tutti pareggiando nel disprezzo." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 14 settembre 2007)
"Adesso possiamo dirlo: avevamo una gran paura. Paura che dopo 18 anni e 396 puntate tv il film dei '
Simpson' risultasse fiacco o già visto. Timore giustificato forse, ma fortunatamente infondato. Al debutto su grande schermo la famiglia più schifosa d'America - più schifosa e più vera, ergo amabile con tutti i suoi difetti, anzi amabile proprio perché è un concentrato di limiti e bassezze - fa scintille. Come e più che in tv. Non c'è un'idea che sappia di vecchio. Non c'è una scena che non sia trasportata dalle immagini, e non dai dialoghi (è grande cinema comico, non tv fatta in serie). Non c'è situazione, gag o semplice battuta che non sia una miniera di sottotesti. Non sappiamo cosa pensino gli psicoterapeuti Usa di questa famiglia così
'disfunzionale' e insieme così unita (a suo modo, ovvio). Certo è che le nevrosi, le fissazioni, le incorreggibili inciviltà dei Simpson sono una gigantesca cartina di tornasole. Anzi uno specchio in cui ognuno ritrova qualcosa di sé o dei propri cari." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 14 settembre 2007)