Pinocchio

GERMANIA 2002
Le avventure esilaranti e istruttive del burattino Pinocchio, uscito dalla penna di Collodi ma creato dallo scalpello del falegname Geppetto. Scapestrato e innocente, nel suo desiderio di scoprire le bellezze del mondo, finisce col morire impiccato da due malfattori come il Gatto e la Volpe ma viene resuscitato dalla Fata Turchina. Mentre Geppetto, la Fatina, il Grillo Parlante e chiunque altro abbia a cuore la sua vita, lo esorta ad accettare le regole del vivere in comunità, Pinocchio, invece, continua a subire il fascino della trasgressione.
SCHEDA FILM

Regia: Roberto Benigni

Attori: Roberto Benigni - Pinocchio, Nicoletta Braschi - Fata Turchina, Carlo Giuffré - Geppetto, Mino Bellei - Medoro, Peppe Barra - Grillo Parlante, Franco Javarone - Mangiafuoco, Max Cavallari - Il Gatto, Bruno Arena - La Volpe, Corrado Pani - Giudice, Kim Rossi Stuart - Lucignolo, Luis Molteni - Omino di burro, Alessandro Bergonzoni - Direttore del Circo

Soggetto: Carlo Collodi - libro

Sceneggiatura: Vincenzo Cerami, Roberto Benigni, Brendan Donnison

Fotografia: Dante Spinotti

Musiche: Nicola Piovani

Montaggio: Simona Paggi

Scenografia: Danilo Donati

Costumi: Danilo Donati

Effetti: Maurizio Corridori

Durata: 112

Colore: C

Genere: FANTASY COMMEDIA FAMILY

Specifiche tecniche: 35 MM.

Tratto da: libro "Le avventure di Pinocchio" (1883) di Carlo Collodi (Carlo Lorenzini, 1826-1890)

Produzione: ELDA FERRI E GIANLUIGI BRASCHI PER MELAMPO CINEMATOGRAFICA,, CANAL+, EXON PICTURE, KC MEDIEN AG

Distribuzione: MEDUSA DISTRIBUZIONE

Data uscita: 2002-10-11

NOTE
- GIRATO NEI TEATRI DI POSA DI PAPIGNO (TERNI) E NELLA TENUTA DI CASTELFALFI PRESSO SAN GIMIGNANO E A MANZIANA (VITERBO) - PRODUTTORE ESECUTIVO: MARIO COTONE - TRUCCO: JULIAN MURRAY (ANIMATED EXTRAS) - TRUCCO DELLA FATA TURCHINA: MORAG ROSS. PARRUCCA BLU: PETER OWEN.

- IL FILM HA AVUTO UN BUDGET DI 40 MILIONI DI EURO, LE RIPRESE SONO DURATE 28 SETTIMANE, SONO STATE UTILIZZATE 4000 COMPARSE E PER IL PAESE DEI BALOCCHI SONO STATI COSTRUITI 477 GIOCATTOLI. PER LA PREPARAZIONE DI SCENE E TEATRI SONO SERVITI 8 MESI DI PRE-PRODUZIONE E ALTRI 8 MESI PER LA POST-PRODUZIONE.

- DAVID DI DONATELLO 2003 PER MIGLIORI SCENOGRAFIE E COSTUMI A DANILO DONATI (POSTUMO).

- IL TESTO DI COLLODI ESCE NEL 1881 IN 15 PUNTATE SU "IL GIORNALE PER I BAMBINI" COME "STORIA DI UN BURATTINO" CHE SI CONCLUDE CON LA MORTE DI PINOCCHIO IMPICCATO ALLA QUERCIA GRANDE. LE PUBBLICAZIONI RIPRENDONO A FEBBRAIO 1882 CON IL NUOVO TITOLO "LE AVVENTURE DI PINOCCHIO" E DOPO UN'ALTRA PAUSA DI CINQUE MESI SI CONCLUDONO A FINE GENNAIO 1883. A FEBBRAIO I PAGGI PUBBLICANO IL VOLUME "LE AVVENTURE DI PINOCCHIO" RIVISTO DA COLLODI E ILLUSTRATO DA ENRICO MAZZANTI.

- IN CONTEMPORANEA ALL'USCITA DEL FILM NELLE SALE ,IL GRUPPO EDITORIALE GIUNTI HA PUBBLICATO UN'EDIZIONE DEL LIBRO CON LE IMMAGINI DEL FILM E DUE EDIZIONI, UNA PER RAGAZZI E UNA PER ADULTI, CON LE NOTE CRITICHE CURATE DA BENIGNI E I TESTI DI INTERPRETI E REALIZZATORI DEL FILM.
CRITICA
"Il film è una specie di traduzione lineare del libro, illustrata dalle splendide scenografie di Danilo Donati, recitata da bravi attori, corredata da effetti speciali di ottimo livelli ma dove manca, purtroppo, qualcosa. Quel che manca è una fantasia visionaria, un senso della dismisura, della poesia che appartiene a Benigni come attore e autore, ma che il Benigni regista non ha ancora acquisito. Una carenza che spiace tanto più perché il film contiene scene di grande ispirazione visiva, ma senza riuscire a dar loro una continuità tale da giustificare il capolavoro annunciato. (..) Ci chiediamo, in altre parole, dove sia finito il gusto dello sberleffo, della trasgressione che tutti i maggiori comici cinematografici posseggono in larga misura e che a Roberto non fa certo difetto". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 ottobre 2002)

"(...) le scene e i costumi del povero Danilo Donati, al suo ultimo lavoro, si 'mangiano' il film ancor prima che il pescecane si mangi Pinocchio. - Vuoi dire che gli attori non sono bravi? - Al contrario. Mangiafuoco, cioè Franco Javarone, mette paura. I Fichi d'India sono un Gatto e una Volpe insinuanti e un po' bauscia, due manager pezzenti come ce n'è tanti in giro. Kim Rossi Stuart è un Lucignolo sensazionale, un "apache" deciso a non arrendersi a costo di morire. Ma il film non rinuncia a nulla, quindi ognuno ha due, tre scene e via. E il vero problema, paradossalmente, è Pinocchio. Benigni ne è come intimidito. Lo indossa come una maschera, anziché farsene possedere come da un demone". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 11 ottobre 2002)

"Là dove s'intenerì Disney e si esaltarono il genio di Carmelo Bene e l'ugola di Bennato, al cospetto dell'italianissimo burattino che cede ad ogni tentazione, il diavolo toscano si fa piccolo piccolo, ripetitivo e meccanico, poco ispirato e quasi mai poetico: gli basta far svolazzare brandelli di 'Forrest Gump' mentre Nicola Piovani fu Oscar martella di note i colli e il borgo. (...) Benigni ha il dna di Chaplin, l'estro fanciullesco di Fellini, 80 miliardi da spendere per ricollaudare Collodi, un (ex?) piratesco nemico in Giuliano Ferrara: cosa vuole di più? Come le bugie, anche certi capricci hanno le gambe corte". (Alessio Guzzano, 'City', 10 gennaio 2002)