La famiglia Harrison (padre Hatch, moglie Lindsey e figlia quindicenne Regina) durante un viaggio di notte in automobile si scontra con un camion che fa precipitare la vettura in un gelido fiume. La sciagura più nera perseguita la famiglia Harrison, che anni prima ha perso una bimbetta (Samantha) per un investimento vicino al praticello di casa. Grazie alle cure del dottor Jonas Nyebern, Hatch, in coma, riesce a risvegliarsi dopo aver trascorso quell'intervallo subendo emozioni e visioni: ha visto la figlia morta, però sorridente e felice. Ma è anche sicuro che non sono mancate altre esperienze, che ora cominciano a tormentarlo. L'aiuto e l'affetto della moglie e di Regina non bastano: Hatch appare mutato, ha la sensazione di essere tornato dall'Aldilà avvinto da un legame irreversibile con una entità fortissima, impersonata da Vassago, un assassino che praticamente lo condiziona e fa soffrire. Costui è un giovane psicopatico (tempo prima suicidatosi, ma "salvato" dal proprio padre, il dottor Nyebern) il quale sul piano fisico ha un limite: può vedere solo attraverso gli occhi di Hatch, che vede unicamente ciò che il killer percepisce, poiché la luce naturale gli impedisce la normalità. E Hatch, che ora è come una sorta di protesi vivente per Vassago, di cui preavverte intenzioni e movimenti, teme il peggio per Lindsey e la figlia Regina, trovandosi nella situazione di un posseduto (e complice di orribili delitti) da parte di una oscura presenza. Aiutato dalla sensitiva Rose Orwetto, Hatch cerca di sfuggire ad incubi e tormenti: sul piano clinico, Hatch manifesta quel senso di colpa che lo ha sempre afflitto per la morte della sua bambina. Per rimuoverlo, Hatch, dopo la luminosa visione di cui ha beneficiato nel tempo passato "dall'altra parte", è costretto a trascorrere momenti paurosi e duri. La resa dei conti decisiva avviene una notte in un Luna Park, dove Hatch e Vassago (che nel frattempo ha sequestrato Regina) hanno modo di lottare tra loro: il malvagio precipita nel fuoco di un incendio furioso, che brucia anche il suo legame psichico con Hatch, finalmente liberatosi dal suo cattivo genio.
SCHEDA FILM
Regia: Brett Leonard
Attori: Roger Cross - Harry, Joely Collins - Linda, Natasha Morley - Figlia Di Jonas, Iris Quinn Bernard - Moglie Di Jonas, Mara Duronslet - Zoe, Tiffany Foster - Samantha, Gaetana Korbin, Tom McBeath - Morton Redlow, Alicia Silverstone - Regina, Jeremy Sisto - Vassago, Alfred Molina - Jonas, Rae Dawn Chong - Rose Orwetto, Kenneth Welsh - Investigatore Breech, Suzy Joachim - Dott.Ssa Kari Dovell, Shirley Broderick - Signorina Dockridge, Jeff Goldblum - Hatch, Sarah Strange - Seconda Fidanzata, Don S. Davis - Dottor Martin, Rebecca Toolan - Dottoressa, Hiro Kanagawa - Infermiera Nakamura, Jayme Knox - Madre Del Bambino, Norma Wick - Annunciatrice Tv, Michelle Skalnik, Michael James McDonald - Poliziotto Giovane, Christine Lahti - Lindsey
Soggetto: Dean R. Koontz
Sceneggiatura: Andrew Kevin Walker, Neal Jimenez
Fotografia: Gale Tattersall
Musiche: Trevor Jones
Montaggio: B.J. Sears
Scenografia: Michael S. Bolton
Effetti: Mike Vézina
Durata: 101
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: SCOPE A COLORI
Tratto da: TRATTO DAL ROMANZO DI DEAN R. KOONTZ
Produzione: JERRY BAERWITZ, AGATHA HANCZAKOWSKI, GIMEL EVERETT
Distribuzione: COLUMBIA TRISTAR FILMS ITALIA - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO
NOTE
REVISIONE MINISTERO MAGGIO 1996.
CRITICA
Premonizioni ("Hideaway") si fa seguire fino all'incidente con interesse, per vedere dove va a parare il regista. Il film si fa prendere la mano dai soliti effettacci, insiste sugli incubi di papà Goldblum, che poi non ha dote di simpatia in grado di ricaricare le pile scariche del personaggio. Soprattutto, oltrepassa le normali frontiere dell'ovvio e ridicolo, sottili negli horror movies. Il tema del ritorno dalla morte è solo annunciato. Sono belli a vedersi gli effetti grafici paranormali quando la scenografia di Bolton dai colori fangosi riesce a entrare nel subconscio. Goldblum, che ha la visione della bambina morta per colpa di un pirata della strada, s'infuria, si pente, si arma e l'ha vinta: sempre con la stessa faccia. Un bel problema. (Corriere della Sera, Maurizio Porro, 6/5/96)