Dopo aver battuto a Mosca il grande campione Ivan Drago, Rocky Balboa torna in America. Ora gli si pongono due problemi: pena la morte non dovrà più pugilare perchè ha gravi lesioni cerebrali e poi non ha più soldi, a causa delle malefatte di un commercialista senza scrupoli, al quale il cognato e assistente Paulie aveva incautamente dato la procura generale per gli interessi del pugile. Stremato dalle tasse arretrate e venduta la bella casa, Rocky decide di tornare alla natia Philadelphia e si installa in un edificio popolare insieme ai suoi cari: la moglie Adriana e il figlio dodicenne Rocky Jr.. Adriana lavora in negozio e al ragazzino il padre comincia intanto ad insegnare come difendersi da qualche compagno di scuola un po' manesco. Quanto alla boxe, egli vive di ricordi, pensando al suo primo allenatore e alle prime vittorie. Ma ecco che Tommy Gun, un giovanotto suo fan accanito, gli chiede di insegnargli il mestiere. Rocky da prima resiste, poi cede, tutto fiero di un allievo che promette benissimo, fino ad accoglierlo in casa, suscitando la gelosia del figlio. Però Tommy fa presto a perdere la testa, quando un furbo manager, George Washington Duke, gli prospetta una fulminea carriera e comincia a dargli dollari e seducente compagnia. Rivoltatosi contro Balboa che tanto ha fatto per lui, Tommy vince il campionato, senza neppure accennare, nel corso di una intervista in televisione, al nome di colui che l'ha costruito per la sua clamorosa impresa. Quando però, nella conferenza-stampa dopo l'incontro, il ragazzo viene irriso dagli specialisti della stampa sportiva, per i quali l'unico uomo da battere era e rimane Balboa (il furbo ed avido Duke solo per guadagnare dollari gli ha opposto un pugile scadente), Tommy si adira e sfida Rocky. Di notte, in mezzo ad una strada di Philadelphia, avviene una rissa spettacolare, a pugni nudi e senza altre regole se non quelle della rabbia e del rancore. Ma è Rocky a vincere, incurante delle sue lesioni cerebrali e ancora tanto forte dopo lo scontro, da regolare a pugni il conto anche con il malvagio Duke. Con grande gioia del ragazzetto che, ritrovato il papà, se lo porta in giro a visitare i musei cittadini, nelle pause dei primi allenamenti con i guantoni sotto la esperta guida del campione.
SCHEDA FILM
Regia: John G. Avildsen
Attori: Sylvester Stallone - Rocky, Talia Shire - Adriana, Burt Young - Paulie, Sage Stallone - Rocky Jr., Burgess Meredith - Mickey, Tommy Morrison - Tommy, Richard Gant - George W.Duke, Tony Burton - Tony, James Gambina - Jimmy, Kevin Connolly - Chickie, Lou Filippo - Referees, Delia Sheppard - Karen, Jodi Letizia - Marie, Don Sherman - Andy, Michael Sheehan - Merlin Sheets, Jane Marla Robbins - Gloria, Elisebeth Peters - Jewel, Michael Anthony Williams - Union Cane, Meade Martin - Annunciatore a Las Vegas, Stu Nahan - Commentatore incontro, Lauren K. Woods - Reporter alla conferenza stampa, James Binns - James Binns, Al Bernstein - Commentatore match, Michael Buffer - Annunciatore del match, Robert Seltzer - Reporter alla conferenza stampa, Ben Geraci - Autista, Hayes Swope - Amico di Chickie
Soggetto: Sylvester Stallone
Sceneggiatura: Sylvester Stallone
Fotografia: Steven B. Poster
Musiche: Bill Conti
Montaggio: Robert A. Ferretti, John G. Avildsen, Michael N. Knue
Scenografia: William J. Cassidy
Effetti: Joe Digaetano, Special Effects Unlimited
Durata: 104
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Produzione: IRWIN WINKLER E ROBERT CHARTOFF PER UNITED ARTISTS
Distribuzione: UIP - MGM HOME ENTERTAINMENT (GLI SCUDI), DVD E BLU-RAY: 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT (2009)
CRITICA
Sylvester Stallone è sempre il solito. Con il merito, se vogliamo, di qualche malinconia in più. (Gian Luigi Rondi, Il Tempo)
Inzeppato di brani dei film precedenti, melodrammatico-ridicolo come al solito, il racconto è divertente. (Lietta Tornabuoni, La Stampa)
Il regista si sintonizza qui sull'onda sentimental-familiare, valorizzando il debutto di Stallone junior, il quattordicenne Sage, nato nel '76 proprio coevo a Rocky, è già provvisto di memorabili, se gradite, per una scazzottata selvaggia, il film avrà tuttavia dal sua i teorici del "dacci dentro". (Giovanni Grazzini, Il Messaggero)