Tratto da un'inchiesta, il film racconta molte vicende sul tema annunciato dal sottotitolo: il racket della prostituzione minorile. Due sono i filoni di fondo: quello delle giovani sprovvedute, immigrate nelle grandi città del Nord dalle province meridionali o dalle grandi isole, spinte dal bisogno di lavorare e allettate con promesse lusinghiere; e quello delle ragazze di famiglie borghesi, i cui genitori conducono ipocritamente una doppia vita oppure sono incapaci di rapporti affettivi e confidenziali con i propri figli. Per tutte queste minorenni, dopo le prime esperienze amorose, si fa avanti la piovra avvinghiante del racket, alle cui imposizioni e ricatti non si sfugge se non a prezzo di amare delusioni o di ribellioni tragiche.
SCHEDA FILM
Regia: Carlo Lizzani
Attori: Cinzia Mambretti - Rosina, Lidia Di Corato - Laura, Cristina Moranzoni - Gisella, Annarita Grapputo - Daniela, Anna Curti - Antonietta Barni, Sandro Pizzocchero - Alberto, Nicola De Buono - "Velluto", Enzo Fisichella - Il giudice, Danila Grassini - Albertina, Mimmo Craig - Capo dell'agenzia, Susy Fassetta - Ragazza dell'autostop, Bianca Verdirosi - Ragazza dell'autostop, Giuliana Rivera - Madre di Gisella, Paola Fajola - Madre di Daniela, Franca Mantelli - Padrona della "casa", Franca Aldrovandi - La psicologa
Soggetto: Marisa Rusconi, Mino Giarda
Sceneggiatura: Mino Giarda, Carlo Lizzani
Fotografia: Lamberto Caimi
Musiche: Ennio Morricone
Montaggio: Franco Fraticelli
Arredamento: Natalia Verdelli
Costumi: Lia Francesca Morandini
Altri titoli:
The Prostitution Racket
Racket della prostituzione minorile
Durata: 125
Colore: C
Genere: DRAMMATICO SOCIALE
Specifiche tecniche: PANORAMICA, KODAK, TELECOLOR
Tratto da: un'inchiesta di Marisa Rusconi
Produzione: ADELINA TATTILO E CARLO MAIETTO PER THOUSAND CINEMATOGRAFICA
Distribuzione: ALPHERAT - DOMOVIDEO
NOTE
- INTERNI NEGLI STUDI ICET-DE PAOLIS DI MILANO. ESTERNI A MILANO E DINTORNI E A GENOVA.
CRITICA
"Il discorso che dovrebbe mettere a fuoco le storture dellla società, e magari della natura umana, non viene mai fuori. (...) Si tratta di casi autentici: così assicura il regista (...) E non c'è da dubitarne. Ma sullo schermo, un po' per la pedanteria dell'esposizione, un po' per l'insufficenza recitativa, sembrano tutte storie finte, pur nell'esasperato naturalismo dei dettagli. Il vero film sul fenomeno della prostituzione è ancora da fare." (Piero Pruzzo, "Rivista del Cinematografo", 7, 1975)
"Il regista ha voluto sottolineare che alla base della prostituzione minorile, grande pecca della nostra società, ci sono non tanto la corruzione e il lassismo dei giovani, quanto i condizionamenti economici, le carenze affettive, il disordine o. meglio, l'inversione di valori che questa società impone. E' chiaramente solo un film di denuncia che non propone soluzioni." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 79, 1975)