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Il silenzio paga, almeno al cinema. Die Grosse Stille (Il grande silenzio) di Philip Gröning ha conquistato migliaia di tedeschi, vincendo la sfida del box-office natalizio. Presentato alla Mostra di Venezia e al festival Tertio Millennio, il documentario è tratto dall'esperienza del regista, che ha passato sei mesi nel silenzio del monastero della Grande Chartreuse, nelle Alpi francesi, per fotografare la vita dei monaci certosini. Un progetto presentato ai religiosi già nel 1984, ma l'autorizzazione a girare è arrivata solo nel 1999: "Volevo realizzare una pellicola - ha detto il regista - che consentisse a me di trovare una pace interiore e agli spettatori di incontrare se stessi". Tra l'estate del 2002 e l'inverno del 2003 Gröning, armato di una camera HD e di 700mila dollari di budget, ha accumulato 300 ore di girato per realizzare un documentario di 160 minuti: "Ho raccontato il silenzio, il modo nel quale i monaci lo utilizzano per creare un proprio spazio interiore; volevo che il mio film diventasse un monastero". Uscito in Germania in sole 9 copie, Il grande silenzio è stato visto da 25mila spettatori in 10 giorni con una media per copia superiore a quella di Harry Potter e il calice di fuoco. Un successo esportabile oltre i confini tedeschi? Il grande silenzio sarà distribuito nel nostro Paese da Metacinema. Anche gli spettatori italiani rimarranno senza parole?