Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per mercoledì 12 agosto.

 

LA COMMARE SECCA - Cine 34, ore 10:20

Sul greto del Tevere giace il corpo di una donna assassinata da poco. In base ad alcune testimonianze si giunge ad identificare un gruppo di persone che verso l'ora del delitto sono state viste aggirarsi nei dintorni. Opera prima di Bernardo Bertolucci, benedetta dall'amico di famiglia Pier Paolo Pasolini. Tant'è che in superficie sembra un racconto pasoliniano tra ragazzi di vita e povere prostitute, un po' nel solco delle Notte brave e delle Giornate balorde di qualche anno prima. A guardarla in profondità, si tratta di un'operazione meno etichettabile di quanto si possa credere: l'esordiente (giovanissimo: 21 anni) ci mette un umore nero, un rifiuto della retorica, un senso dello spazio che ne fanno il discepolo più autonomo. Un regista capace di fare di un adattamento quanto di meglio si può chiedere: tradurre e tradire. Battesimo di un autore che si dimostra già ambiziosissimo. (Lorenzo Ciofani)

 

VOGLIA DI RICOMINCIARE – La 7, ore 14:00

Anni Cinquanta: la guerra è finita, l'economia in crescita, gli uomini tornati a casa. Caroline, divorziata, attraversa il paese con Toby, il figlio adolescente, convinti che le cose stanno per cambiare in meglio anche per loro. Finché incontra Dwight. “Come patrigno, reazionario e maschilista, c’è Robert De Niro, intento con sapienza a dar vita a un carattere quasi del tutto sgradevole, con sfumature scarse di simpatia. La donna è Ellen Barkin già vista in Inserzione pericolosa; qui, come madre e moglie, punta solo sui luoghi comuni, ma era soprattutto il personaggio a suggerirli; non sarebbe giusto perciò fargliene carico. Non dimentico il ragazzotto, Leonardo Di Caprio: espressione così tipica del giovane americano anni Cinquanta da sembrare uscito da un film di allora.” (Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 24 settembre 1993)

 

L'ALTRA META' DELLA STORIA - Rai 3, ore 21:20

"Tony Webster (Jim Broadbent), divorziato e ormai in pensione, conduce una vita solitaria e relativamente tranquilla. Un giorno viene a sapere che la madre della ragazza con cui stava ai tempi dell’università, Veronica (Freya Mavor), gli ha lasciato, nelle sue volontà testamentarie, il diario tenuto dal suo migliore amico di un tempo che aveva iniziato a frequentare Veronica dopo che lei e Tony si erano lasciati. Il tentativo di recuperare il diario, ora nelle mani di una Veronica più anziana, ma egualmente enigmatica (Charlotte Rampling), lo costringe a rivisitare i suoi lacunosi ricordi degli anni giovanili e degli amici di allora. Scavando sempre più nel suo passato, iniziano a riaffiorare tutti i dettagli di quel periodo: il primo amore, gli inganni, i rimpianti… Il film, distanziandosi non poco dal soggetto di partenza, oltre che del tempo, fa suo protagonista il senso di colpa. E se nella prima parte il personaggio di Tony è un padre assente, schivo, brusco e riservato, è proprio nella fase post-conflitto interiore che avrà modo di riscattarsi degli errori commessi in gioventù." (Nico Parente)

 

COME ERAVAMO – La 7, ore 23:30

Ultima presidenza di Roosevelt, negli Stati Uniti. Katie è vicina al comunismo e contro la bomba atomica; Hubbel è benestante, che si è arruolato in marina ed è uno scrittore promettente. Si innamorano perché incompatibili, soffrono perché si amano. “L’acuta analisi del regista si sofferma sulla mancata fusione dei protagonisti. Lo studio più interessante è quello della psicologia femminile di Katie. La donna è convinta dei suoi ideali, ai quali non rinuncia mai, e vuole essere se stessa sino in fondo, anche se per amore di Hubbel cerca di assumere un certo stile di vita, più adatto all’ambiente che frequenta il suo amico. A Hubbel interessa di più il successo e se accetta qualche idea di Katie, lo fa più per amore della donna che per convinzione.” (Segnalazioni cinematografiche, vol. 77, 1974)

 

TRUMAN - UN VERO AMICO E' PER SEMPRE - Rai 3, ore 23:35

"L’amicizia oltre la morte: lo spagnolo Cesc Gay richiama a sé Ricardo Darín e Javier Cámara (splendidi entrambi) e dopo la coralità di Una pistola en cada mano si concentra sull’aspetto più intimo, e vero, di un rapporto destinato a non morire anche al di là della vita stessa. Non è un caso che il film – scritto insieme al sodale Tomàs Aragay – debba il titolo all’unico personaggio silenzioso, il cane Troilo (morto qualche mese dopo le riprese), lascito terreno di un uomo che, in quei pochi giorni di spostamenti, pranzi, cene e viaggi improvvisati, avrà modo di riflettere ancor più in profondità sul senso dell’esistenza, sulla forza dei legami, sulla continuità delle “cose” oltre il termine materiale delle stesse. La bravura degli autori e degli interpreti è però nell’evitare qualsiasi stucchevole filosofia d’accatto, nel saper fuggire ogni trappola da ricatto emotivo, nel lasciar scivolare i dialoghi e i momenti, nell’approfittare dei giusti silenzi e dell’incredibile alchimia tra i due protagonisti, così lontani-così vicini da risultare per questo tremendamente veri, incarnazione di una sincerità leggera e commovente." (Valerio Sammarco)