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Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per mercoledì 8 luglio.
THE FIGHTER - Iris (canale 22), ore 21:00
"Chi pensava che il cinema americano avesse già detto tutto sulla boxe dovrebbe vedere The Fighter: apparentemente ortodosso rispetto alla vulgata del genere - il ring come metafora belluina della vita, il mito del self-made-man, il racconto di formazione - il film di David O. Russell ne costituisce in realtà la riscrittura in negativo, più vicino al grigio e al côte familiare del masterpiece del filone (Toro scatenato) che all'epopea edificante e positiva alla Rocky. Anche nei confronti del capolavoro scorsesiano comunque The Fighter segnala uno scarto, una volontà radicale di arretrare e trattenersi, sottrarsi e spogliarsi, finora sconosciuta." (Gianluca Arnone)
QUASI FAMOSI - ALMOST FAMOUS - La 7d (canale 29), ore 21:30
Russell Hammond è un adolescente aspirante giornalista. Un giorno si trova a dover intervistare il gruppo musicale degli Stillwater per conto della rivista Rolling Stone. Per evitare le asfissianti attenzioni della madre, piuttosto apprensiva, decide di partire al seguito della band. E' la storia autobiografica del regista che ha iniziato come giornalista musicale. Cameron Crowe usa il filtro della nostalgia per raccontare la sua biografia tra una madre forte e inquieta (Frances McDormand, candidata all'Oscar) e il rock che determina una rivoluzione del costume che è soprattutto interiore. L'interesse è personale, il contesto preciso, la leggerezza avvolgente: trasparente coming of age nel cuore di una società in mutamento, premiato con l'Oscar per la miglior sceneggiatura. Golden Globe per la miglior commedia e l'attrice non protagonista (Kate Hudson, mai più così).
TRE PASSI NEL DELIRIO: TOBY DAMMIT - Rai Movie (canale 24), ore 22:55
Toby Dammit, un attore inglese, accetta di girare un western all’italiana perché gli viene offerta una Ferrari. Durante una festa, ubriaco e nauseato dall'ambiente e dalle persone che lo circondano, ossessionato da uno strano richiamo inconscio, fugge a bordo dell'auto. Trittico tratto da Edgar Allan Poe, con Roger Vadim e Louis Malle non all'altezza di Fellini. Il maestro riminese stravolge il racconto di Poe per conservarne soltanto il nome del protagonista, Toby Dammit, e il finale, in un incubo delirante dove i meccanismi alienanti del mondo dello spettacolo diventano premessa per uno sguardo terribile sull’orrore quotidiano. Fondamentalmente ispirato a Operazione paura di Mario Bava.
E LA NAVE VA - Rai Movie (canale 24), ore 23:45
"Il film piace per come individua le passioni sceniche di una stagione conclusa anche se non vi mancano allusioni a pericoli propri anche dei nostri giorni. Favorito da una suggestiva 'lettura' dei vezzi di un'epoca, alla cui nascita molto deve avere contribuito lo sceneggiatore Tonino Guerra. E la nave va si vale delle magistrali atmosfere fotografiche create da Giuseppe Rotunno e delle soluzioni scenografiche, anch'esse notevoli. di Dante Ferretti.Nonostante che quasi ogni scena - presa a sé - possa dirsi riuscita, il film di Fellini (specie a una seconda visione) coinvolge ora di più ora di meno. Buonissimi sono l'inizio e i primi capitoli. A metà film, a risarcimento di un'attenzione pretesa fin lì da ogni particolare, si corre il rischio di distrarsi. Ma il lungo brano della danza dei profughi ci riporta nel mezzo del gioco. E la nave va, è stato notato da alcuni critici, ha almeno tre o quattro finali. L'osservazione è esatta. Forse Fellini non ha avuto l'animo di congedarci con una nave (il nostro mondo. no?) che salta in aria. A mo' di consolazione ci ha mostrato il protagonista del film - il giornalista che, con le sue confidenze, ci ha avvicinato fin lì tutte quelle persone scomparse - che cerca scampo su una barca assieme al già ricordato e piuttosto sbalordito rinoceronte." (Francesco Bolzoni, La barca dei comici, Ed. Ente dello spettacolo, 1986)
PROVA D'ORCHESTRA - Rai Movie (canale 24), ore 2:00
"Che ci sia di mezzo la politica e che attraverso questa storiella Fellini abbia voluto mettere in scena la situazione di estremo disagio in cui si dibatte l'Italia di questi ultimi anni sembra comunque fuori discussione. Almeno a una prima lettura. Ma il 'politico' di Fellini non è quello di Rosi o di Petri, è un 'politico' legato sempre a un mondo di favola, magico, fantastico, che nasce da lontane evocazioni e da ricordi dell'infanzia, e attraverso questo mondo si esprime anche Prova d'orchestra, metafora dalla quale emergono in una specie di magma ribollente il principio di autorità messo in discussione, l'incapacità e la stanchezza di governare, l'egoismo, l'individualismo, l'inefficienza del sistema democratico, dei sindacati, la protesta scomposta e fine a se stessa, il terrorismo, il caos, la paura, il desiderio dell'ordine e della protezione a prescindere da chi ne sia il portatore. E la musica - un'espressione artistica con la quale Fellini ha poco o nulla a che spartire - è la forma, il linguaggio con cui il film si presenta e si esprime. (Enzo Natta, Filmcronache, Elle Di Ci, 1979).