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Match Point
Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per domenica 12 luglio.
MATCH POINT - Iris (canale 22), ore 21:00
"(Doppio) delitto e (senza) castigo. Solo con qualche rimorso di coscienza, un tarlo che non permette al colpevole di godersi appieno gli agi sociali ottenuti con ciniche strategie e col crimine, "necessario" per sbarazzarsi di un'amante ingombrante (e incinta). In Match Point - racconto (a)morale ambientato a Londra - Woody Allen sa tessere una perfetta e implacabile rete di personaggi, scelte, passioni e coincidenze per dimostrare il ruolo predominante della "fortuna" sul corso della nostra vita. Ai tempi di Crimini e misfatti l'oculista ebreo macchiatosi del delitto finiva per lacerarsi la coscienza, memore degli insegnamenti del rabbino sul fatto che non si può sfuggire allo sguardo di Dio anche se si elude la giustizia terrena. La tesa e misurata regia di Match Point (con ironico contrappunto di opere liriche) implica dialoghi in cui si nomina chiaramente il Caso." (Massimo Monteleone)
LUCKY LUCIANO - Rai Storia (canale 54), ore 21:10
"Al francese Michel Ciment, che gli ha dedicato un bel libro, piace considerarlo uno degli ultimi anelli di una catena che risale a Fritz Lang con cui condivide la dialettica, il distacco critico dalla materia, la fusione tra documentario e finzione, la progressione implacabile della costruzione narrativa, il fascino del potere (di cui, però, denuncia i misfatti), il desiderio della lucidità. E’ un cineasta materialista ma di Fritz Lang non condivide il radicale pessimismo. Troppo napoletano, troppo sudista per esserlo? Nella prima pagina del romanzo Todo modo (1974) Leonardo Sciascia fa riferimento a una definizione dell’universo kantiano: 'Come una catena di modalità sospesa a un atto di libertà'. E’ una bella definizione del cinema di Rosi: questo atto di libertà, per quanto aleatoria, è legato al cammino stesso di un regista che cerca di far partecipare lo spettatore alla sua ricerca sui nessi segreti e nascosti del potere, un cammino che porta a una presa di coscienza." (Morando Morandini, La lezione di Rosi)
APPARIZIONE - Rai 3, ore 1:55
Il celebre attore Amedeo Nazzari è costretto a fermarsi in una cittadina a causa di un guasto alla macchina e a pernottare nel piccolo albergo locale. La nipote delle proprietarie si infatua del divo e litiga con il suo fidanzato, supplicando Nazzari di fuggire con lei. L'attore prima cerca di farla riflettere, poi escogita uno stratagemma per far comprendere alla ragazza lo sbaglio che sta per commettere. Metacommedia post-telefoni bianchi quasi relegata all'oblio: il regista, Jean de Limur, era il cognato di Luigi Freddi, gran capo della Cinecittà fascista. Cast incredibile: oltre a Nazzari che fa se stesso, Alida Valli, Massimo Girotti, Paolo Stoppa, Andreina Pagnani, Riccardo Fellini.
JANE EYRE – Iris (canale 22), ore 2:00
“Zeffirelli ha molto sfoltito la vicenda immaginata da Charlotte Brontë. Ma non l’ha rimpicciolita. Non ne ha ridotto lo spessore annullando, come spesso capita nelle riduzioni cinematografiche, i diversi piani del romanzo. Con bravura nella costruzione – oggi più evidente di ieri – Charlotte riporta a una sostanziale unità gli elementi del romanzo gotico (la figura della prima moglie di Rochester), i caratteri che vengono studiati con scaltrita finezza psicologica in dialoghi a cui non reca danno certa patina ottocentesca, la pittura realistica di ambienti e paesaggi. […] Nella costruzione e nello studio dei personaggi, Jane Eyre appare, insomma, libro più “giovane” del secolo e mezzo che si porta sulle spalle. Zeffirelli ha colto, restituendolo con bel tratto figurativo, il suono moderno di Charlotte Brontë dandoci un film che non va appassionando solamente gli amatori delle storie ben raccontate, delle trame aggrovigliate che, alla fine, si sciolgono e si accomodano.” (Francesco Bolzoni, Avvenire, 14 febbraio 1996)
DORA NELSON - Rai 3, ore 4:00
Il soggetto del film, che proviene da una pièce francese poi trasposta sullo schermo nel 1931, sarebbe stato perfetto per un coevo film americano (che difatti riciclava copioni europei). Assia Noris, la diva dell’epoca, segna il gol della vita nella sua migliore interpretazione, col doppio ruolo dell’attrice bizzosa che dà il titolo al film e della sua sosia più modesta, chiamata a recitare la parte di Dora Nelson dal momento in cui la Nelson se ne va. Commedia degli equivoci romantica ed elegante, non perde un colpo lungo la sua pressoché breve durata anche grazie all’agile regia di Mario Soldati al primo film in solitaria dopo alcune prove in tandem con altri registi e ad uno stuolo di caratteristi in parte, in primis il dimenticato Carlo Ninchi e Carlo Campanini. (Lorenzo Ciofani)