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Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per domenica 21 giugno.
LA GUERRA DEI MONDI - Paramount Network (canale 27), ore 16:40
"Fortemente intriso di rimandi simbolici alla più grande e inaspettata sciagura che l'America ricordi - il primo, violentissimo attacco sferrato agli umani viene rappresentato quasi con le stesse modalità con cui l'intero pianeta ha conosciuto lo sgomento di chi si trovava nei pressi del World Trade Center e non mancano, poco dopo, le innumerevoli foto affisse sui muri delle città per segnalare parenti o amici dati per dispersi - il lavoro di Spielberg riesce laddove altri non sarebbero mai potuti arrivare, mantenendo un costante equilibrio tra tensione narrativa (resa magistralmente dal contrappunto di silenzi e strabordanti effetti sonori) e magniloquente catastrofismo, amplificato dal perfetto utilizzo di migliaia di comparse." (Valerio Sammarco)
NOWHERE BOY - Tv 2000 (canale 28), ore 21:05
"Sono tante le persone passate alla storia dopo un esordio alla vita da loser e John Lennon, ammaliatore delle folle con la sua musica, il suo pensiero e la sua vita (troppo breve), era tra questi. Abbandonato dai genitori e cresciuto dalla zia Mimi (Kristin Scott Thomas, algidamente in parte), l'adolescente John (Aaron Johnson) vive il presente in modo rancoroso e ostile, tanto da sentirsi prevedere un futuro pari a zero dal preside della scuola e incontrare lo stesso pensiero in troppi occhi che incontra. La salvezza avrà la forma di un banjo prima e di una chitarra poi, ma saranno gli incontri (la madre ritrovata, l'amicizia con un certo Paul) a segnarne definitivamente la vita. Non a caso, il film termina con la partenza (con il gruppo) per Amburgo, dove la storia che tutti conosciamo meglio ha inizio.
Appassionato come una dichiarazione d'amore a lungo meditata, Nowhere Boy rifugge dal quadretto agiografico." (Manuela Pinetti)
IL MIGLIO VERDE - Rete 4, ore 21:25
"Preparatevi ad un bagno di lacrime: con atmosfere claustrofobiche, colori vividi prima e cupi durante, a scandire il ritmo narrativo. Darabont vi trasporterà in un mondo in cui nulla è come sembra e in cui l'unico vero inferno è quello creato dall'uomo. Senza alcun finale consolatorio [...] Le immagini suggestive, a volte brutali, sono una chiara dichiarazione di guerra nei confronti della pena di morte, tanto più incisiva nel caso in cui lo strumento di agonia è una sedia elettrica degna del miglior incubo kingiano. Il film non aggiunge nulla al testo originale di Stephen King, ha detto scandalizzata la critica americana. Non è chiaro perché dovrebbe farlo." (Marina Sanna)
LO AND BEHOLD - INTERNET: IL FUTURO E' OGGI - Rai 3, ore 1:25
"Attraverso dieci capitoli indipendenti, Werner Herzog firma un’interessante riflessione sul mondo dell’informatica, dai primi esperimenti sul tema sino alla robotica più avanzata, passando per i problemi sociali causati dal web e per i videogiochi. È un’operazione curiosa e intelligente Lo and Behold – Internet: il futuro è oggi: curiosa perché composta da dieci capitoli indipendenti e intelligente perché nessuno prima di Herzog era riuscito a sviscerare il mondo di internet con tale forza. La bellezza di questo documentario, comunque piuttosto elementare nella messa in scena, sta proprio nella capacità di ritrarre un universo tanto sfaccettato e multiforme, impossibile da riassumere e, forse, da analizzare." (Andrea Chimento)
VENERE IN PELLICCIA - Rai Movie (canale 24), ore 1:50
"Delizioso ping pong teatrale. Esercizio di stile magistrale. Divertita - e divertente - rielaborazione in chiave cinematografica delle tematiche di Leopold Sacher-Masoch, uno dei pochi nella storia ad essere diventato un sostantivo: sadomasochismo. Ecco la Venere in pelliccia, dalla piéce di David Ives, che un indomito Roman Polanski fa sua senza cambiare una virgola. Non che ce ne fosse bisogno: Ives pare essere un'estensione di Polanski, Polanski di Ives. Curiosa simbiosi. D'altra parte non è la stessa con-fusione che riguarda Thomas, il protagonista? L'autore uno e trino, ovvero lo scrittore dell'adattamento, il regista e, suo malgrado, l'attore? E non è così – inscindibilmente: “l'Autore” - che lo considera la propria adorabile manipolatrice?" (Gianluca Arnone)