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Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per venerdì 17 luglio.
REQUIEM FOR A DREAM - Iris (canale 22), ore 12:45 e 3:20
Sara Goldfarb è una vedova ebrea, vive da sola a Coney Island ed è ossessionata dall'idea di voler partecipare al suo show televisivo preferito. Suo figlio Harry, con la fidanzata Marion e l'amico Tyrone sono alla ricerca di una vita migliore e per questo si drogano, cercando di dimenticare la realtà in cui vivono. Il quartetto è trascinato in una spirale infernale che poco alla volta li porta sempre di più verso l'angoscia e la degradazione. Architettato in tre stagioni che rappresentano ascesa, declino e caduta dei protagonisti. Assente la primavera, stagione della rinascita: pessimismo cosmico. Amatissimo e odiatissimo, per alcuni un geniale teorema onirico e per altri un'operazione di ridondante virtuosismo. Comunque importante nel cinema americano del nuovo millennio. Candidatura all'Oscar per Ellen Burstyn.
ALWAYS - PER SEMPRE - Iris (canale 22), ore 14:45 e 1:20
Steven Spielberg sembra apparentemente abbassare il tiro, scegliendo un soggetto più piccolo ed intimo, recuperando un genere che torna ciclico nell’industria americana: il film metafisico, al confine del realismo magico. I corpi dalla consistenza tattile si scoprono vulnerabili a contatto con presenze evanescenti eppure non astratte per la loro incidenza sulle cose della vita. Remake del classico Joe il pilota, è un film non amatissimo che sublima il mélo per estendersi verso un sentimentalismo talmente spinto da risultare irresistibile. Il cuore sta nella fiducia nei sentimenti che superano la vita, sfidano la morte, trapassano i corpi, chiedono un’ultima possibilità per non lasciare faccende in sospeso. Ci crede tanto, adottando la visione senza età di un demiurgo che non dimentica mai di essere spettatore. Struggente il nostalgico ballo con le ombre sulle note della devastante Smoke Get in Your Eyes. Ultimo volo sul grande schermo per l'angelo Audrey Hepburn. (Lorenzo Ciofani)
LO STATO CONTRO FRITZ BAUER - Rai Movie (canale 24), ore 21:10
"Germania, 1957. Il procuratore generale Fritz Bauer, ebreo tedesco, sta cercando di portare in giudizio i criminali del Terzo Reich. Peccato che molti di loro sotto Adenauer si siano ripuliti occupando i buoni uffici della Repubblica Federale, da dove si spalleggiano e coprono gli hitleriani fuggiti. Il più pericoloso è Adolf Eichmann, ex tenente colonnello delle SS, che Bauer vuole stanare dal nascondiglio argentino e processare a Bonn. Non sarà facile. Il tormento del passato è un fuoco ancora vivo per la giovane generazione di registi tedeschi, chiamati come i loro padri a fare i conti con la Storia. Con quello che sta succedendo in Germania, tra gestione degli immigrati e nostalgie della destra xenofoba, vanno compresi." (Gianluca Arnone)
I COMPLESSI - La 7, ore 21:15
Tre mattatori in campo. Nino Manfredi è perfetto come remissivo esponente di una gentilezza d’animo assolutamente castrante, Ugo Tognazzi sguazza nel tratteggiare un benpensante ostaggio del moralismo. Il primo è un Dino Risi anomalo e spietato; il secondo lo dirige Frango Rossi guardando a Marco Ferreri e a I mostri. Dialoghi pazzeschi, novelle acide. Ma è l’ultimo episodio a essere veramente memorabile: si tratta del famosissimo Guglielmo il dentone, diretto dal sordiano Luigi Filippo D’Amico, una diabolica satira sull’ipocrisia e la pedanteria del servizio pubblico televisivo. In poco più di mezz'ora, l'apoteosi dell’italian style del boom: codardia, burocrazia, rampatismo, ruffianeria, cialtroneria. Alberto Sordi si muove sulla marcetta perfida di Trovajoli: mostro cinico e valente, ambizioso ed empatico, gioca col e sul suo difetto per ottenere un incarico che di base meriterebbe. (Lorenzo Ciofani)
CAMMINA CAMMINA - Rai 3, ore 2:30
"Autore totale, autore perciò anche della fotografia, dei costumi, delle scenografie, del montaggio, Olmi ha dato infatti alla sua opera una compattezza rotonda in cui tutto è ordine, misura, armonia: i ritmi lenti ma variati del viaggio, l'alternarsi delle pause ora drammatiche ora gioiose, il sapore grezzo di terra e di campagna, che tutta la gente riflette, i colori sempre naturali e ottenuti sempre con luci naturali in cui la notte è notte davvero e i panorami con sole hanno tinte di un limpido intenso, gli abiti filati a mano che non fanno mai costume di ieri per strada, le musiche, da cantata e da ballata, in equilibio tra antico e moderno, e una recitazione, finalmente, che è frutto solo di sforzi e di fatiche di non professionisti, [...] fa udire toni ed accenti cui il cinema non ci aveva più abituati dai tempi del neorealismo, qui tanto più efficaci in quanto la cronaca, anche se dal vero, spazia portando i secoli nel quotidiano." (Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 12 maggio 1983).