Ecco i film che la redazione di Cinematografo ha selezionato tra quelli programmati in chiaro per mercoledì 29 luglio.
IL MUCCHIO SELVAGGIO – Iris (canale 22), ore 12:50 3 1:25
Rapinato un ufficio postale, Pike Bishop e la sua banda si accorgono di essere caduti in un tranello messo in piedi da Hurrigan, che ha interesse a liberare la zona dai banditi. Hurrigan ha assoldato un gruppo di ex-galeotti, capeggiati da Dick Thornton, che comincia a sparare contro Pike e i suoi. Riuscito a salvarsi, Pike raggiunge, con cinquanta uomini, la città messicana di Aguaverde, base delle truppe regolari in lotta contro Pancho Villa. Le comanda un ex killer, Mapachi, autoproclamatosi generale. Con lui, Pike si accorda per assaltare, in cambio di diecimila dollari, un treno statunitense carico d’armi.
PICCOLA POSTA - La 7, ore 21:15
Nello stesso anno de La signora omicidi, anche Alberto Sordi “tocca le vecchiette”. In Piccola posta, però, le nonnine non sono insospettabili criminali ma vittime di un laido giovane che gestisce una casa di riposo con l’obiettivo di uccidere le anziani degenti per spillarne i patrimoni. Un ruolo che solo un genio come Sordi poteva rendere in una commedia solo nelle intenzioni davvero nera, tesaurizzando il cinismo e la crudeltà della sua stucchevole maschera infida. Veicolando un gusto camp del tutto imprevisto, tipico del gruppetto di maschi trentenni repressi e insolenti del Sordi di allora, domina la seconda parte del film. La prima è appannaggio della gigantesca Franca Valeri, magnifica cialtrona Lady Eva all’anagrafe Filomena Cangiullo, che risponde alle lettere della fortunata posta del cuore di una rivista spacciandosi per una contessa esule polacca. (Lorenzo Ciofani)
MEDITERRANEO - Rete 4, ore 21:25
Apparentemente spensierata commedia dai sapori agrodolci, forse premiata esageratamente con l’Oscar per il miglior film straniero, è un punto d’arrivo nel cinema di Gabriele Salvatores. Aiutato dalla bella sceneggiatura di Enzo Monteleone, continua il suo discorso sull’amicizia maschile nell’ambito della cosiddetta “trilogia della fuga” dopo Marrakech Express e Turnè. L’elemento di novità è costituito dal passaggio ad una dimensione storica, sulla scia della tradizione nostrana di commedie belliche, coerente comunque con la volontà di impostare un cinema dalla triplice funzione: generazionale (i sessantottini frustrati o riciclati), popolare (la commedia dei caratteri), internazionale (una storia nazionale in una cartolina estera, turistica finché si vuole). In realtà la si potrebbe risolvere molto semplicemente: guardare al passato per parlare del presente. E se è vero che "in tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare", questa dislocazione dei soldati lontani dall’Italia è solo la metafora di una fuga che qualcuno non vuole interrompere. (Lorenzo Ciofani)
HAPPY FAMILY - Rai Movie (canale 24), ore 22:45
"Riduzione di Woody Allen e Wes Anderson (I Tenenbaum, soprattutto nelle tappezzerie…), I soliti sospetti e Charlie Kaufman, ecco il divertissement metacinematografico di Gabriele Salvatores, che prende dal teatro (dell'Elfo, da cui viene lo spettacolo e la co-sceneggiatura di Alessandro Genovesi) e ci porta in una Milano bifamiliare, partorita dalla “beautiful mind” dell'aspirante sceneggiatore Fabio De Luigi: Happy Family di - quasi tutti - happy few meneghini (fichetti è un valido sinonimo), personaggi in cerca non di un autore, ma di una storia che vada avanti. Divisa a immagine e somiglianza della vita in “Personaggi e interpreti”, “Confidenze” e "The Family", ovvero l'approdo nell'ipertesto sociale, familiare è un occorrenza, una commedia non per caso, ma del caso, che invita a lasciarsi andare, aprendo a inedite amicizie (l'avvocato Fabrizio Bentivoglio e il precario Diego Abatantuono, spassosi 20 anni dopo Turnè), flirt e coming out, fino all'elaborazione che non segue, ma precede il lutto. Il tutto col sorriso sulle labbra, disimpegno - qui e là invertito da accenni edificanti... – e concessioni al minimalismo: gustoso, fresco, futile, un piccolo film che respira (di) grande." (Federico Pontiggia)
L'ORDINE DELLE COSE - Rai 3, ore 0:00
"L’ordine delle cose è quello a cui non è possibile sottrarsi. Il dramma di Antigone, il conflitto tra il rispetto che si deve all’amore e alla pietà umana e quello che si deve alle leggi stabilite dagli uomini. [...] Quello di Segre è cinema robusto, inciso a fuoco in una realtà storica ben precisa ma che pur tuttavia asserisce con piglio energico la propria universalità nell’esplorare i temi della sofferenza e dell’empatia; è un cinema, infine, pienamente italiano ma nel senso migliore e più fiero del termine, è cinema del reale pur essendo fiction, ma è fiction girata con l’immediatezza del documentario, secondo la lezione di Werner Herzog. L’ordine delle cose sconta forse una mancanza di spettacolarità (o la scottante attualità?) che lo rendeva poco appetibile per il Concorso Ufficiale, ma a voler cercare ad ogni costo il pelo nell’uovo si finisce per rimanere soffocati. Va bene così, dunque, il cinema è anche questo." (Gianfrancesco Iacono)