La scorsa settimana è partita la nuova piattaforma della casa di Topolino. La tanto attesa Disney + fa tremare i giganti dello streaming. Netflix però traballa poco e risponde rendendo disponibili tutte le opere del disegnatore giapponese Hayao Miyazaki, realizzate dallo Studio Ghibli, e non solo.
Dal primo febbraio fino ad aprile sono infatti online ben ventuno titoli per un’operazione volta a far conoscere l’universo magico del mitico studio nipponico. Dietro tutto questo c’è Toshio Suzuki, produttore cinematografico giapponese, nonché finanziatore dei lavori di Miyazaki e del rimpianto Isao Takahata, che ha persuaso il grande maestro dell’animazione giapponese da sempre contrario alla distribuzione digitale a cedere la distribuzione dei suoi film a Netflix.
Ecco quindi alcuni titoli di Miyazaki: Nausicaa della valle del vento (1984), opera fondativa della casa cinematografica e parabola ecologista che mette al centro tutta la filosofia del pensiero di Myazaki. Protagonista è la principessa Nausicaa, un’adolescente che accenderà la speranza di un futuro migliore in un mondo il cui ecosistema è stato alterato da una serie di guerre.
Il castello nel cielo (1986), terza opera di Miyazaki, una favola avventurosa nella quale
la giovane Sheeta, caduta da un aereo e atterrata dolcemente tra le braccia del giovane minatore Pazu, andrà alla ricerca di una misteriosa città nel cielo di nome Laputa.
Il mio vicino Totoro (1988), senza dubbio il film più conosciuto di Miyazaki, racconta la storia di due sorelline che, mentre sperano che la loro mamma, ricoverata in ospedale, guarisca da una brutta malattia, incontrano un buffo animaletto peloso bianco e grigio di nome Totoro. Spirito buono che racchiude l’intera poetica miyazakiana dall’amore per la natura e per i bambini alla fragile magia dell’infanzia, che scopre le durezze della vita, fino all’animismo shintoista.
Kiki- Consegne a domicilio (1989), un racconto di formazione su una streghetta a bordo di una scopa che diventerà una ragazzina senza poteri magici. Una fiaba che evidenzia un altro dei temi cari di Miyazaki ovvero il passaggio dall’infanzia all’età adulta, nonché la fascinazione del volo.
Porco Rosso (1992), su un aviatore, che dopo la Grande guerra ha assunto le sembianze di un maiale, e che a seguito di un incidente aereo, vive le sue giornate sulla costa Adriatica tra combattimenti aerei e l'amore di due donne.
Principessa Mononoke (1997), su una principessa che lotta per difendere la sua foresta. Al centro di questo film, che ha alle sue spalle un lavoro durato ben cinque anni, vi è lo scontro tra la civilizzazione e la natura.
Infine La città incantata (2001), vincitore di un Orso d’Oro e di un Oscar come miglior film d’animazione, statuetta che Miyazaki non ritirò per protesta contro la guerra in Iraq. Il film racconta l’iniziazione all’età adulta di Chihiro. Una fiaba pedagogica, allegoria della crescita e della perdita.
“Il mondo non è solo per gli uomini, ma per ogni forma di vita, e agli uomini è concesso di vivere in una parte del mondo. Non è che possiamo convivere con la natura fintanto che viviamo in modo rispettoso, e che la distruggiamo perché diventiamo avidi. Quando ci accorgiamo che anche vivere in modo rispettoso distrugge la natura, non sappiamo che fare. E credo che se non ci mettiamo nella posizione di non sapere cosa fare e partire da lì, non possiamo risolvere i problemi ambientali o i problemi che coinvolgono la natura”, diceva Hayao Miyazaki.
Una lezione, come quella dei suoi film, che da sempre ci conducono verso un mondo nel quale si preserva la bellezza della natura, di cui oggi più che mai dovremmo tenere conto.