Non c'è pace per il Festival di Roma, ma ciò che è certo e che questa struttura è destinata a cambiare. Intanto - scrive l'Ansa - si parla del desiderio del Ministero Beni Culturali di entrare nella Fondazione Cinema per Roma attraverso l'Istituto Luce con il contributo di 1 milione di euro. Si parla poi di trovare per la manifestazione una data fissa, di una sua fusione con il festival della Fiction, di un suo ritorno alla dicitura Festa, mentre è ancora oscuro il nome del nuovo direttore (il dopo Muller). Infine c'è chi, come il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, vorrebbe che il Festival chiudesse e basta.

"C'è l'intenzione da parte del Mibact di entrare nella Fondazione attraverso l'Istituto Luce - ha affermato il sindaco di Roma Ignazio Marino -. Si pensa ad un contributo di un milione di euro". Anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha confermato questa volontà rilanciando su una fusione: "C'è la volontà di unire le forze di tutti gli attori istituzionali per concentrarci nella creazione di un grande evento dedicato al cinema e anche alla fiction".
Sulla volontà di stabilire una data fissa strategica per orientarsi tra i vari festival dice poi Marino: "Abbiamo riflettuto molto per dare una maggiore solidità a partire dalla scelta di una data fissa e riconoscibile come ad esempio l'apertura della Scala a Milano e che tenga anche conto di altri eventi internazionali come Cannes". Una data che potrebbe essere "intorno alla seconda settimana di ottobre".
Alla vigilia della scadenza delle cariche della Fondazione Cinema per Roma si pensa anche al dopo Muller, ovvero a chi sarà il nuovo direttore artistico "ma non abbiamo ancora ragionato su nessun nome", confessa Marino che invece conferma la permanenza della Camera di Commercio tra i soci del Festival. Ma per la manifestazione romana i cambiamenti non finiscono qui. "La Festa di Roma perderà la parte concorsuale per trasformarsi, da festival in festa", ha ribadito oggi il ministro Dario Franceschini. Aggiungendo: "Non esiste nessuna concorrenza o improbabile competizione con la Mostra di Venezia".

La Camera di Commercio di Roma conferma poi con una nota di non aver mai annunciato l'intenzione di uscire dalla Fondazione dei soci fondatori, peraltro presieduta dal presidente della Cciaa di Roma, Giancarlo Cremonesi. "Attendiamo quindi con fiducia - spiega Cremonesi - di incontrarci con gli altri soci della Fondazione Cinema per valutare assieme l'annunciata intenzione del Mibact di voler contribuire alla realizzazione del Film Festival, sperando che sia l'occasione buona per cominciare a ridefinire tutte le altre compartecipazioni alla luce delle ristrettezze imposte dai tagli governativi". Infine, torna a riaccendersi la disfida sul Cinema tra Venezia e Roma, ed è il presidente veneto Luca Zaia a partire all'attacco: il governatore ha inviato una lettera al premier Renzi e al ministro Franceschini chiedendo loro di chiudere il Festival di Roma "per il quale - scrive - non si pone nemmeno il confronto con la Mostra del Cinema di Venezia".
"Penso - ha spiegato Zaia - che sia assurdo, una vergogna avere due festival in un Paese normale, che non è la repubblica delle banane".