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“Sei qui per affari o per piacere?”. “Per piacere”, risponde lei. È Pleasure, l’audace e provocatorio lungometraggio d’esordio di Ninja Thyberg, disponibile in anteprima su Mubi dal 17 giugno. La regista torna sul suo omonimo cortometraggio, vincitore a Cannes, per descrivere con sguardo lucido l’industria del cinema porno attraverso gli occhi di Bella (Sofia Kappel) una diciannovenne arrivata a Los Angeles dalla Svezia con il sogno di diventare la prossima superstar del porno. La strada non sarà semplice perché c’è un grande lato oscuro in quest’industria interamente dominata dagli uomini.
Come mai la scelta di raccontare questo mondo? “Sono una femminista- risponde la regista-. A sedici anni ho visto il mio primo film porno. Me lo fece vedere il mio ragazzo e rimasi sconvolta. Erano tempi lontani e le mie amiche neanche dicevano che si masturbavano. Vedendo quel film rimasi offesa dal punto di vista maschile perché le donne erano come bambole del sesso che dovevano compiacere gli uomini. Da allora sono diventata un’attivista contro la pornografia e con questo film volevo distruggere tutto il mondo che vi ruota intorno”.
Selezionato al Festival di Cannes 2021 e presentato al Sundance il film vanta la potente interpretazione della svedese Sofia Kappel. “Prima di trovare l’attrice giusta per questo ruolo ci ho messo tanto tempo- racconta-. L’ho scelta dopo un lungo casting. Per lei non era difficile stare nuda sul set. L’unico limite è stato scegliere gli attori porno che dovevano recitare al suo fianco. Alcuni non li abbiamo selezionati perché a lei non piacevano. Nel film sono tutte e tutti pornostar nella vita, tranne la protagonista”.
Ma perché una donna vuole diventare una pornostar? “In generale lo fa per i soldi. Ma ci sono anche tanti altri motivi: alcune si ribellano a qualcosa di brutto che gli è successo nel passato, altre vogliono diventare famose o altre ancora sono dipendenti dal sesso”.
E sulle reazioni al suo film. “Da parte dell’industria del mondo del porno ci sono state reazioni veementi e molte critiche. Ho però anche ricevuto diversi elogi soprattutto da parte delle sex workers. E anche alcuni attori porno poi si sono uniti a questi elogi”.
Prima di realizzare questo film la regista svedese ha studiato da vicino il “dietro le quinte” del lavoro di una pornostar. “Ho conosciuto bene l’industria del porno di Los Angeles- racconta-. In Svezia non esiste l’industria del porno. Dal 2008 c’è una pornografia declinata al femminile più vicina all’immaginario della donna. E da un po’ di tempo anche le donne ricercano film porno anche se sono sempre più restie verso questo mondo. Poi ultimamente c’è stato un cambiamento radicale perché i social porno, come OnlyFans, hanno permesso di realizzare a casa propria dei contenuti pornografici e molte donne hanno iniziato a lavorare da casa loro sentendosi al sicuro”.
Infine conclude: “L’industria del porno incarna le fantasie di quello che noi vogliamo vedere. Ci sono stati dei film sull’argomento del porno, come Boogie Nights o Nymphomaniac, ma erano sempre e comunque realizzati da uomini. Il mio film vuole essere una critica non solo al patriarcato, ma anche al sogno americano e al capitalismo”.