È stata presentata questa mattina alla Casa del Cinema di Roma la 57° edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro (19-26 giugno 2021). Dalla presentazione, preceduta dall’anteprima stampa del film The Most Beautiful Boy in the World, si preannuncia un’edizione tutta in presenza, per rimarcare – secondo quanto affermato anche dal presidente del Comitato scientifico e co-fondatore della Mostra, Bruno Torri – “la voglia di un ritorno alla normalità in questo periodo particolarmente difficile che stiamo vivendo”.

Tra i presenti anche il direttore artistico del Pesaro Film Festival, Pedro Armocida, il vicesindaco e presidente della Fondazione Pesaro Nuovo Cinema, Daniele Vimini, Alberto Anile della Cineteca Nazionale – Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia, e Michela Greco, in rappresentanza di Emergency che da quest’anno sarà Charity Partner ufficiale della Mostra.

“Dopo un’edizione di resistenza e sperimentazione torniamo quest’anno nei nostri schemi con un’edizione che non si accontenta sia per l’utilizzo dei luoghi della città sia per i messaggi che esprime”, ha sottolineato il vicesindaco Vimini. “È questa una mostra sempre nuova che ci permette di cucirci con la città, il che è un fatto che ci contraddistingue”. Del resto la tendenza ad ampliare gli spazi e a creare una Mostra diffusa è tipica del Festival di Pesaro che si snoda in varie location: da Palazzo Gradari al Teatro Sperimentale, da Piazza del Popolo al Centro Arti Visive-Pescheria, fino allo spaziobianco e al Cinema Astra.

Fiore all’occhiello del Festival, come ricordato dal suo direttore artistico, è sicuramente il Concorso Pesaro Nuovo Cinema che rimane aperto anche quest’anno a tutti i formati e a tutti i registi, senza barriere d’età, di durata e di genere. Si va da The Witches of the Orient di Julien Faraut, dedicato alla squadra di pallavolo femminile giapponese trionfatrice alle Olimpiadi di Tokyo ’64, a What Do We See When We Look at the Sky?, in concorso all’ultima Berlinale, fino a Film About a Father Who della regista e poetessa statunitense Lynne Sachs e a Rock Bottom Riser, primo lungometraggio del regista sperimentale Fern Silva. Una riflessione, quest’ultimo titolo, sull’influenza del colonialismo e sull’esistenza di vita extra-terrestre attraverso un viaggio nel luogo più sacro delle Hawaii, il vulcano Mauna Kea.

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Tre saranno i registi italiani in gara: Luca Ferri con Mille cipressi; Adriano Valerio con The Nightwalk e Gianmarco Donaggio con Manifestarsi. Ad assegnare i premi saranno due giurie: una professionale di cui faranno parte Walter Fasano, Edoardo Gabbriellini e Eleonora Marangoni e una composta da studenti.

Molti gli eventi che gravitano intorno al Concorso: l’evento speciale sul cinema italiano quest’anno omaggia Liliana Cavani, tra le più importanti registe europee, di cui saranno proiettati tutti i film per il cinema, affiancati da una tavola rotonda, una pubblicazione, e l’anteprima mondiale del restauro di Al di là del bene e del male. In Piazza del Popolo, verranno proiettati i “film del cuore” di Piera Detassis - presidente e direttrice artistica dei Premi David di Donatello - e Paolo Mereghetti, critico del Corriere della Sera, rispettivamente La messa è finita di Nanni Moretti e Midnight in Paris di Woody Allen.

Il manifesto firmato da Michele Bernardi

I film di apertura e chiusura della Mostra saranno rispettivamente: I predatori dell’arca perduta (a 40 anni dall’uscita nelle sale), presentato da Gabriele Mainetti e The Most Beautiful Boy in the World di Kristina Lindström e Kristian Petri, documentario dedicato a Björn Andrésen, famoso per avere interpretato negli anni ’70 il giovane Tadzio in Morte a Venezia di Luchino Visconti.

The_Most_Beautiful_Boy_In_The_World_Bjorn_and_Visconti_shooting_Beach_Morte_a_Venezia_Copyright_Mario_Tursi_1970