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“Non sono io a mettere dentro le storie il tema dell’omosessualità, sono gli altri a toglierlo”. Parola di Ferzan Özpetek che dopo ben ventidue anni torna a dirigere, insieme a Gianluca Mazzella, Le Fate Ignoranti. Non un remake, né un sequel del famoso film che gli garantì un enorme successo di pubblico, nonché vari premi come il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro, ma una serie televisiva di otto puntate, esattamente la prima serie original italiana Disney, in streaming in esclusiva su Disney+ dal 13 aprile.
Nel cast, a parte la mitica Serra Yilmaz (attrice turca ormai presenza fissa della maggior parte dei film di Özpetek), tutti attori diversi dall’originale cult. Al posto di Margherita Buy e Stefano Accorsi, che nel film interpretavano rispettivamente la moglie e l’amante gay di Massimo (qui interpretato da Luca Argentero), morto all’improvviso in un incidente stradale, vi sono: Cristana Capotondi ed Eduardo Scarpetta. E poi a formare la ricca e colorita comunità di personaggi secondari: Ambra Angiolini e Anna Ferzetti, Paola Minaccioni, Burak Deniz, Carla Signoris e tanti altri.
Luca Argentero e Eduardo ScarpettaScritta da Ferzan Özpetek insieme a Gianni Romoli, in collaborazione con Carlotta Corradi e Massimo Bacchini, la serie ci fa incontrare nuovamente Le fate ignoranti oggi. “L’idea viene dalla produttrice Tilde Corsi di R&C Produzioni- racconta il regista-. Il film ha sdoganato il tradimento. Ma il punto era fare incontrare due mondi diversi e inconciliabili. Ho deciso di cambiare alcune cose, per esempio l’incidente stradale di Massimo ho voluto farlo davanti al Colosseo. Nella sceneggiatura lui faceva il gommista, e qui ho deciso di fargli fare lo scenografo. Ho deciso di mostrare anche la città di Roma in modo differente, usando vari posti inediti. Ho avuto davvero degli attori meravigliosi. Scarpetta l’ho voluto fortemente perché sentivo che mi dava delle emozioni forti. La Disney per fortuna ha avuto sempre fiducia in me e nella squadra. Comunque ho dovuto sempre tenere presente che la serie era internazionale e che sarebbe uscita anche in paesi, come la Thailandia, nei quali il mio film non era arrivato”.
E Gianni Romoli: “Il film è diventato un cult. Come tutti i classici poi viene reinterpretato e rivissuto in modo differente a distanza di anni. La serializzazione ci ha permesso di mantenere il nucleo centrale della storia e di sviluppare meglio anche le storie dei personaggi secondari che nel film erano quasi soltanto un coro. Abbiamo dato loro una visione da coprotagonisti. Le fate ignoranti uscì all’inizio del 2000 quando c’era voglia di scoprire un mondo nuovo e di aprirsi. La gente era pronta ad accogliere la diversità. Adesso c’è molta più chiusura. Il film era tutto dal punto di vista della protagonista, una borghese nella quale il pubblico si poteva immedesimare. Nella serie non c’è un unico punto di vista, ma ve ne sono tanti. Non si racconta più solo la storia di una donna, ma quella di un gruppo”.
Cosa è cambiato a vent’anni di distanza? “La caduta delle torri gemelle ha sicuramente cambiato lo sguardo sul mondo - risponde Özpetek -. Prima il mondo era più aperto, ora è più chiuso. Per fortuna le nuove generazioni, a differenza della nostra che è più bacchettona, hanno una mentalità più aperta. Fatto sta che mia nipote neanche capisce perché discutiamo se una coppia è formata da due gay, per lei l’importante è che siano felici”.
Per Le Fate Ignoranti Mina interpreta “Buttare l’amore”, brano originale e sigla della serie.
“Con Mina ho un rapporto meraviglioso. Ogni volta mi emoziona. Mi ha regalato questa canzone bellissima. È un po’ come una strega che entra nel cuore delle cose”, conclude Opzetek.