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"Ho voluto parlare della mia idea di fede, quella della fiducia in qualcosa o anche in qualcuno. Di questi tempi ci può aiutare".
Parola di Giorgio Pasotti alla presentazione della sua opera seconda, in esclusiva dall'11 giugno su Raiplay, dal significativo titolo Abbi fede.
Protagonisti di questa favola grottesca sulla sfida più antica del mondo, quella tra il bene e il male, sono Ivan (Giorgio Pasotti), un prete con una fortissima fede in Dio e soprattutto nell'uomo, e Adamo (Claudio Amendola), un neofascista assegnato alla comunità di recupero gestita da Ivan.
La preparazione di uno strüdel di mele diventerà l'occasione per un teso braccio di ferro tra una visione positiva e una negativa del mondo, il tutto accompagnato dallo sguardo allucinato degli altri membri della comunità: lo sciatore alcolizzato Gustav (l'austriaco Robert Palfrader), la problematica Sara (l'attrice altoatesina Gerti Drassl) e l'ex-terrorista Khalid (Aram Kian).
In realtà la storia non è nuova, perché Abbi fede è il remake di un film danese di quindici anni fa intitolato Le mele di Adamo, che Pasotti ha scelto di riprendere e di ambientare in un contesto completamente diverso, ovvero in Italia, precisamente tra le valli delll'Alto Adige.
Amendola e Pasotti in Abbi fede"Sono un fan della cinematografia scandinava. Da Bergman in poi non mi perdo un film. Di quel lungometraggio del 2005, diretto da Anders Thomas Jensen, mi innamorai completamente. Quella storia rappresentava molto bene un paese come quello scandinavo e meno la nostra realtà. Ora purtroppo questa storia è qualcosa di molto attuale anche per la nostra società piena di derive verso l'ultra destra pericolosa e facinorosa", racconta Giorgio Pasotti, che di questo film non solo è il regista e l'interprete, ma anche lo sceneggiatore e che ha scelto, rispetto all'originale, di dare una cifra stilistica un po' più "leggera e colorata".
Sull'attualità del tema Claudio Amendola, che nel film è Adamo, "il primo peccatore" con una grande celtica tatuata dietro al collo, commenta: "Al Circo Massimo è da poco avvenuto uno scempio con la manifestazione di ultras e movimenti di estrema destra dello scorso sabato. Proprio lo stesso giorno in cui in tutte le piazze del mondo invece si manifestava per George Floyd".
L'attore romano aveva già interpretato ben due ex neofascisti in Suburra di Stefano Sollima e in Caterina va in città di Paolo Virzì, ma per la prima volta qui ha vestito, nelle ultime scene, anche i panni di un prete.
"Non avevo mai indossato l'abito talare - racconta -. L'ho messo con enorme rispetto, mi sono sentito un po' un chierichetto, e mi piacerebbe in futuro recitare il ruolo di un sacerdote. Ho profondo rispetto per chi ha fede e anche un po' di invidia".
Quella fede che ha Giorgio Pasotti: "Sono un cattolico, poco praticante, ma ho una profonda fiducia in quello che possiamo definire Dio o natura. Spero che la mia opera prima passi anche come un film sulla fede".
L'attore e neo regista originario di Bergamo ha voluto dedicare questo film a sua zia e a tutte quelle persone che hanno affrontato la pandemia rimboccandosi le maniche e rendendolo fiero della sua città.
"Ho avuto la fortuna di vivere questo periodo a Roma, ma con la testa e il cuore ero nella mia Bergamo - racconta-. Ogni persona lì ha perso qualcuno. Io anche ho perso mia zia, che è morta da sola in ospedale e poi è stata trasportata su un montacarichi in un luogo reso noto a mio cugino soltanto dopo due giorni".
Per la pandemia il film non andrà in sala, ma andrà direttamente su Raiplay. ultimo dei quattro lungometraggi presentati gratuitamente sulla piattaforma. Un'operazione di cui vanno fiere sia RaiPlay che Rai Cinema, e che ha già dato ottimi risultati: 1 milione e 250mila visualizzazioni e 600mila spettatori per i tre film precedenti (Magari di Ginevra Elkan, La rivincita di Leo Muscato e Bar Giuseppe di Giulio Base).
Abbi fedeNel frattempo tutti, compreso Giorgio Pasotti, tengono a ribadire che la sala è il luogo primario dei film. Aspettando che il cinema riparta, abbi(ate) fede.