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Per celebrare i cento anni dalla sua nascita, Rai Documentari dedica a Ugo Tognazzi una prima serata speciale con La voglia matta di vivere in onda il 17 marzo su Rai Due.
Scritto e diretto dal figlio Ricky, e raccontato insieme ai suoi fratelli e agli amici più intimi, il documentario è un omaggio a un grande attore, ma soprattutto a un uomo, con le sue debolezze e la sua forza, attraverso le interviste, i racconti intimi e affettuosi, le immagini dei super8 di famiglia.
Una coproduzione Rai Documentari e Ruvido Produzioni, Dean Film, Surf Film e Mact Productions in collaborazione con il Comune di Cremona e i Salumi Negroni, con il sostegno di Regione Lazio e Roma Lazio Film Commission, che racconta in un lungo flashback il profilo e la carriera di uno dei più grandi volti del cinema italiano: dal cimitero di Velletri – città in cui Ugo Tognazzi ha vissuto gran parte della sua vita e dove adesso riposa – alla sua città natale Cremona.
Dalle stelle di Negroni, nella cui azienda ha lavorato, alle stelle del cinema: Ugo Tognazzi ha collezionato più di 150 film, dal cult Amici miei, a La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci – che gli è valsa la tanto agognata Palma D’Oro a cui era stato candidato per ben otto volte – senza dimenticare i grandi successi internazionali de Il vizietto, Barbarella, Romanzo popolare, Il federale, etc.
A testimonianza della sua poliedricità e della sua capacità camaleontica di muoversi tra generi diversi, dal varietà ai film d’autore, al fianco di talenti del calibro di Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Vittorio Gassmann, Alberto Sordi e Raimondo Vianello, Monica Vitti, che, come lui, continuano a vivere nella memoria collettiva.
Il titolo La voglia matta di vivere allude all’opera diretta da Luciano Salce. Perché, come racconta il film, Ugo Tognazzi la vita l’amava veramente, la saccheggiava, la prendeva a morsi. Amava cucinare, per gli amici, per le donne della sua vita; era un vero “matriarca”: “Non potendo allattare i miei figli cucino”. Adorava prendere il sole nell’orto mentre seminava zucchine, cavolo nero, viti e ulivi, sentire il profumo dell’olio nel frantoio, visitare musei e collezionare quadri, ma soprattutto, vagare da un set all’altro.
Al racconto dei familiari, si affianca quello di amici, registi e colleghi come Andréa Ferréol, Pupi Avati, Alessandro Haber, Simona Izzo, Luca Barbareschi, Arturo Brachetti, Fioretta Mari, Michele Placido, Enrico Vanzina, Marco Risi, Marco Ferreri, Giovanna Ralli, Ornella Muti, Barbara Bouchet, Laura Delli Colli e molti altri. Quelli di cui Ugo Tognazzi amava circondarsi nella casa di Velletri e Torvajanica: il mare, la solarità, la convivialità, il torneo di tennis, lo scolapasta d’oro, l’energia che gli guizzava nei muscoli anche quando ormai non era più un ragazzo ma pur sempre ossessionato dalla voglia di fare.
Ugo Tognazzi“Raccontare tutto di lui è impossibile, specie nei tempi ristretti di un documentario” riconosce Ricky Tognazzi. “Ho tentato di ricordare raccontando con il rispetto dovuto – e a volte con “l’irriverenza” che so che mi avrebbe concesso – perché coincide con il suo innato anticonformismo che prevedeva anche il ‘diritto alla cazzata’, come amava definirlo. Ugo Tognazzi. Attore, regista, marito, amante dell’arte e della vita, chef, agricoltore. Papà”.
“E’ un piacere presentare questo omaggio a un personaggio da ricordare e amare, così come lui ha amato la vita, il cinema e la sua famiglia, che ringrazio per il prezioso contributo” dichiara Fabrizio Zappi, direttore Rai Documentari. “E’ un’opera che si iscrive in una collana di prodotti che intendono tributare il giusto omaggio a grandi artisti italiani, come Sophia Loren e Franco Battiato, già previsti nella programmazione primaverile di Rai.”
Rai Libri ha voluto dedicare ad Ugo Tognazzi, una delle figure più significative del cinema italiano, ma anche una delle più poliedriche e artisticamente complesse, il volume La vita, gli amori e gli scherzi di un papà di salvataggio. Per tracciare il ritratto tanto professionale quanto privato di questo grande attore, ci son venuti in aiuto i ricordi dei suoi quattro figli, legatissimi alla sua memoria e alla sua eredità professionale, che, grazie al loro privilegiato punto di vista, sono riusciti ad offrire al nostro sguardo l’immagine inedita di una figura fondamentale e particolarissima del cinema italiano.