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Iconica, cult, spartiacque. La prima stagione di True Detective arriva da domani, mercoledì 7 ottobre, in Dvd e Blu-ray, distribuita da Warner Bros. Entertainment Italia, marchio che porta in homevideo tutti i prodotti seriali targati HBO.
Vincitrice di 5 Emmy Award e 1 BAFTA Award, scritta da Nic Pizzolatto e diretta da Cary Fukunaga, True Detective (in onda in Italia a ottobre 2014 su Sky Atlantic) segue la storia di Rustin Cohle (Matthew McConaughey) e Marty Hart (Woody Harrelson): le vite dei due detective si intrecciano nella lunga caccia a un serial killer in Louisiana, durata 17 anni. Attraverso archi temporali diversi, vengono raccontate le vite e le indagini dei due detective, dal 1995 al 2012, anno in cui il caso viene riaperto.
Nell’edizione homevideo (3 dischi) gli 8 episodi che compongono la serie e molti contenuti speciali: - La realizzazione di True Detective (interviste dietro le quinte al cast e alla troupe, con sequenze inedite); - Incontro con Matthew McConaughey e Woody Harrelson (interviste esclusive alle star, che raccontano le esperienze vissute sul set della serie); - Incontro con Nic Pizzolatto e T Bone Burnett (una discussione approfondita con il creatore/sceneggiatore/produttore esecutivo e con il compositore, a proposito della serie e del ruolo fondamentale giocato dalla musica); - Approfondimento degli episodi (uno scambio di idee tra Nic Pizzolatto e il regista Cary Fukunaga sullo sviluppo dei personaggi, con approfondimenti su ciascun episodio); Due commenti audio (con Nic Pizzolatto, T Bone Burnett e il produttore esecutivo Scott Stephens); - Scene inedite.
L'edizione Blu-ray di True DetectiveA presentare l’edizione homevideo italiana di True Detective sono intervenuti il direttore del doppiaggio Rodolfo Bianchi e Pino Insegno, che presta la propria voce al personaggio di Woody Harrelson (con McConaughey doppiato da Adriano Giannini): “Quando da Sky mi hanno chiamato per affidarmi la direzione del doppiaggio la prima cosa che ho pensato, che è poi quella che penso ogni volta che ci troviamo di fronte ad opere così importanti, è stata che non potevamo doppiarlo. Poi capisci sempre quanto sia importante l’editing per unificare in un certo senso il nostro pubblico a produzioni straniere, ma dobbiamo sempre essere consapevoli che possiamo solo ricreare certe atmosfere, provare a rimettere emozioni che siano fruibili per lo spettatore”. Modus operandi che Pino Insegno conosce molto bene: “Lavoriamo insieme da ormai 30 anni – dice il doppiatore – anche se sono state sessioni durissime: tre mesi di lavoro, oltre al fatto che dietro alla semplicità che puoi aver acquisito nel fare le cose con tanti anni d’esperienza si può nascondere sempre la difficoltà più subdola. Per non parlare delle scene di lotta, sempre difficilissime da doppiare, con il sync quasi impossibile da cogliere ogni volta”.
Rispetto al passato, poi, quando un doppiatore diventava una “voce sola” con l’attore a cui prestava la voce, le cose sono un po’ cambiate, tanto da portare Giannini e Insegno a doppiare per la prima volta McConaughey e Harrelson: “Su un prodotto che si stacca dall'abitudine avevamo bisogno di una rottura e credo comunque che ogni film, ogni storia, abbia bisogno della propria voce. Per questo è bene che gli attori stranieri non vengano ‘tradotti’ sempre dagli stessi doppiatori”, dice Rodolfo Bianchi, che aggiunge: “Doppiai Harvey Keitel per Il cattivo tenente, poi nel corso degli anni è stato doppiato da altre persone. Recentemente gli ho riprestato la voce per Youth di Sorrentino, regista per il quale curo la direzione del doppiaggio dei suoi film”.
I doppiatori della serie, Pino Insegno e Adriano GianniniMa quanto cambia la tipologia di lavoro tra film per il cinema e serie televisive? “Se il prodotto è sottovalutato si rischia di fare un cattivo lavoro tanto al cinema quanto per i prodotti tv”, spiega ancora Bianchi, che aggiunge: “Il problema, ultimamente, è un altro. Con la messa in onda in contemporanea delle serie tv tra paese d’origine e l’Italia, la cosa grave è che a noi il prodotto non arriva prima che vada in onda: neanche la sceneggiatura ci arriva, solamente il rilevamento dialoghi. Risultato? Hai un solo giorno per doppiare, sincronizzare e missare l’audio. E, questo sì, rischia di non farci fare un buon lavoro”. Che diventa pessimo – secondo Pino Insegno – quando viene fatto da doppiatori non professionisti: “Questa però è una moda che vale al momento solo per il cinema, ossia quella di affidare a vari talent, personaggi famosi, il doppiaggio soprattutto di film d’animazione. Forse può servire a livello di comunicazione, ma non riesco a capire davvero quanto. Credo anzi sia il modo più veloce per rovinare un film. Come avvenne, mio malgrado visto che ero coinvolto anche io all’epoca, con Shaolin Soccer, che venne doppiato da alcuni calciatori… L’unica cosa che mi consola è che fu un’operazione il cui ricavato andò a favore del Bambin Gesù”.