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"Il cinema come tutte le arti mantiene perennemente presente il ricordo. Ma non dimentica di essere immerso nei drammi del suo tempo. La guerra scuote le nostre coscienze, la cultura non si ferma, la cultura unisce, supera i confini, limiti che essa non contempla ed è fondamentale per ricreare legami di pace. La scelta sciagurata della Federazione Russa non può e non deve lacerare quei rapporti costruiti tra i popoli europei. Sarebbe grave e controproducente per la nostra Italia e per la nostra Europa".
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella chiude così il suo intervento in Quirinale per l'incontro con i candidati ai 67° Premi David di Donatello, che saranno assegnati domani sera, 3 maggio, agli Studios di Cinecittà con cerimonia in diretta televisiva a partire dalle 21.25 su Rai Uno, con la conduzione di Carlo Conti e Drusilla Foer.
"La pandemia - ricorda ancora Mattarella - ha fortemente condizionato tante nostre attività, per il cinema è stato un colpo durissimo ma credo sarebbe inesatto dire che sia stato un tempo di paralisi. La crisi è stata forte ma la produzione non si è mai veramente fermata. Il cinema di oggi e di domani avrà caratteristiche diverse, che voi dovrete creare, progettare, costruire. La molteplicità dei mezzi di trasmissione sta portando a un confronto di modalità espressive, tuttavia il cinema deve sapere conservare il suo tratto originale, la sua poesia, perché solo così il dialogo sarà costruttivo. La cultura è un vettore indispensabile dello sviluppo: dobbiamo fare in modo che gli investimenti producano quanto sperato. Cinecittà può rilanciare Roma come uno dei poli principali del cinema nel mondo, come capitale europea del cinema. E le sale cinematografiche richiedono attenzione, non possono essere trascurate, nelle città più popolate e nei centri minori. La crisi delle sale da noi è superiore rispetto ad altri centri europei, questo spinge a ragionare su interventi che invertano tale tendenza".
"Emergenza", quella delle sale (e gli incassi dell'ultimo weekend sono ancora lì a certificarlo), alla quale fa riferimento anche il Ministro Dario Franceschini: "Stiamo lavorando ad un decreto normativo sulle finestre che non varrà solo per i film italiani. Con l'auspicio che prosegua anche un lavoro per rendere le sale luoghi sempre più immersivi, polifunzionali, in cui poter vivere un'esperienza più larga rispetto alla sola visione di un film. Quello che viviamo è un tempo drammatico ma la filiera dell'audiovisivo non si è mai realmente fermata, andando anche oltre i ricavi economici. Quest'anno il contributo pubblico è stato di 750 milioni di euro e la cifra del PNRR destinata alla cultura, 7 miliardi di euro, è più alta Italia rispetto agli altri paesi d'Europa".
L'importanza della sala cinematografica è stata ribadita anche dal Presidente dell'Accademia del Cinema Italiano, Piera Detassis, che auspica il ritorno alla centralità della sala, "pur con l'attenzione alle nuove abitudini dello spettatore", ricordando poi il lavoro svolto "in piena sintonia con Cinecittà e la Rai per riportare il premio negli Studios di via Tuscolana".
Mattarella ha voluto rivolgere un pensiero anche a tutti quei protagonisti del cinema italiano che non ci sono più: "Nella Festa dei David il pensiero si rivolge doverosamente a chi ci ha lasciato di recente, su tutti voglio ricordare quattro donne speciali come Monica Vitti, Catherine Spaak, Piera Degli Esposti e Lina Wertmüller". Ma il Presidente non dimentica di omaggiare anche due dei tre David Speciali che saranno assegnati domani sera (Antonio Capuano era assente), Giovanna Ralli e Sabrina Ferilli: "Per quelli della mia generazione Giovanna Ralli è una leggenda, con la sua eleganza e la sua maestria. Sabrina Ferilli e la sua immagine simpatica, trascinante, irresistibile per la sua bravura. Due attrici romane che ora sono ufficialmente nella storia dei David. Ripercorrendo gli anni e rileggendo i titoli dei film, i nomi dei candidati, dei vincitori di questo premio, si riscopre un patrimonio immenso: la storia del cinema fa parte pienamente di quella del nostro paese, è stata capace di rafforzare il senso civico, di dare emozioni, parole e immagini che sono parte di noi e senza le quali saremmo meno consapevoli".
Emozionata e commossa, Giovanna Ralli ha ricordato i suoi "70 anni di carriera, nei quali ho avuto la fortuna di lavorare con i più grandi sceneggiatori italiani, come Age e Scarpelli, Amidei e Scola. Mia sorella mi ha detto 'guai a te se piangi, ma qualcosa dagli occhi sta uscendo...'. E sono molto contenta per Sabrina perché siamo due romane".