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"Ora considero il film completo e finito. Giuro che non interverrò più". Parola di Matteo Garrone che oggi ha presentato la nuova edizione del suo Gomorra (2008), film vincitore del Gran Premio al Festival di Cannes e 7 David di Donatello, che lo ha consacrato al grande pubblico. Una new edition che andrà in onda venerdì 16 aprile alle 21,20 su Rai 3 e sarà disponibile in Dvd e Blu-ray dal 14 aprile distribuita da Eagle Pictures per 01 distribution.
Ispirato all'omonimo libro di Roberto Saviano (edito da Mondadori), Gomorra racconta potere, soldi e sangue, "valori" con i quali gli abitanti della provincia di Napoli e Caserta ogni giorno devono scontrarsi. Ma perché modificarlo?
"Ho fatto degli interventi che per me erano fondamentali, ma al tempo stesso invisibili - racconta Garrone -. L'ho accorciato di alcuni minuti. Ho inserito dei cartelli all'inizio per riuscire a rendere più comprensibile il racconto e li ho tolti alla fine del film. Ho messo delle inquadrature che aiutavano a capire meglio certi passaggi, rimontato alcune scene, fatto una cinquantina di tagli, stabilizzato alcuni movimenti di macchina che mi davano fastidio e inserito alcuni elementi di doppiaggio. Penso però che lo spettatore avrà la sensazione che non ci sia stato un grande cambiamento e questo, secondo me, è positivo".
Garrone ovviamente già l'ha visto. "Rivedendolo sono felice perché mi sembra un film che non è invecchiato di un giorno. Potrei averlo girato il mese scorso".
Matteo GarroneQuale il segreto di quest'attualità? "E' contemporaneo perché i temi sono archetipi legati ai conflitti umani- spiega-. Si racconta l'uomo e l'infanzia che viene violata. E' un film comprensibile che parla della criminalità a Napoli, ma nel quale qualsiasi persona si può ritrovare perché i suoi temi sono universali". E poi: "I giovani che vivono in quella realtà non sono pienamente consapevoli di quello che fanno. Prima di andare lì mi aspettavo che c'erano i buoni e i cattivi, poi mi sono accorto che la realtà è piena di sfumature, non c'è il bianco e il nero, e questo rende tutto più complesso e doloroso. A contrasto con la violenza e il senso di morte nel film ho cercato anche di mettere la vitalità e la grande umanità che c'è".
Sulla grande contemporaneità concordano all'unisono anche Domenico Procacci (produttore Fandango), Paolo Del Brocco (Amministratore delegato Rai Cinema) e Francesco Di Pace (capostruttura Cinema e Fiction Rai3).
"E' un film che magari molti giovanissimi non hanno visto. Sanno che c'è una serie, ma non sanno da dove è partita. Matteo è un regista importante che ha avuto l'umiltà di capire che il film poteva essere migliorato e reso più comprensibile", dice Del Brocco.
Toni Servillo in GomorraMentre il produttore Domenico Procacci racconta la genesi del film: "La Fandango è anche una piccola casa editrice e abbiamo avuto la fortuna di poter leggere il manoscritto di Saviano. Purtroppo poi l'ha pubblicato Mondadori. Appena è uscito il libro però lo abbiamo subito opzionato per farne un film. Anche all'estero si è ricreato un grande interesse nei confronti di Gomorra, nuovi distributori lo hanno acquistato e ci sono paesi, come la Spagna e la Svizzera, che hanno progettato una nuova uscita in sala, a tredici anni di distanza". E Francesco Di Pace: "Abbiamo sempre ospitato le prime visioni dei film di Matteo, da Reality a Dogman e sono contentissimo che ospiteremo su Rai3 anche questa nuova versione. All'epoca, nel 2008, il film fece il 12% di share con ben 3 milioni di spettatori".
Gomorra è anche un unicum nella storia del cinema italiano perché ha generato un vero e proprio filone di serie e storie. "All'inizio avevo proposto a Domenico Procacci di farne una serie! Ho sempre pensato che quel libro, ricco di spunti e possibilità, si prestava molto alla serialità. Col senno di poi più che una serie avrei fatto, senza pause, un Gomorra 1 e un Gomorra 2. Rimane dentro di me la sensazione di non aver sviluppato alcuni episodi, come il mondo femminile della criminalità. Ma all'epoca sono riuscito a girarlo perché eravamo invisibili. Ora, dopo il successo, sarebbe totalmente diverso ritornare su quei luoghi, quindi ho preferito dare questa possibilità ad altri ed esplorare altre strade".
Quale la prossima strada che esplorerà? "Sono scaramantico e parlo sempre dopo. Ho già alcune idee, ma sono agli albori". E poi conclude: "Gomorra è un film che mi ha segnato la vita. Non ero consapevole di fare un film che in qualche modo raccontava il mondo in modo diverso da come era stato fatto in precedenza. E' il frutto di una serie di circostanze uniche e irripetibili. Cerco sempre di mantenere quell'incoscienza iniziale e di esplorare nuovi territori, pur mantenendo il mio sguardo e la mia visione".