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“Abbiamo iniziato a lavorare a questo film quasi sei anni fa, e il mondo all’epoca era molto diverso da quello in cui viviamo oggi. L’idea era quella di realizzare una canzone d’amore, un profondo gesto di apprezzamento per il Messico e la sua gente. Coco esce al cinema in un momento storico molto travagliato, ma noi vogliamo che sia un ponte tra due culture, una strada per superare gli ostacoli artificiali che sono stati costruiti”.
Il regista Lee Unkrich, già dietro la macchina da presa per Toy Story 3 – La grande fuga, presenta Coco, il nuovo cartone animato della Disney Pixar nelle sale italiane dal 28 dicembre.
Coco - Il regista Lee Unkrich e la produttrice Darla K. Anderson - Foto Pietro Coccia
“Sapevamo che la presenza degli scheletri avrebbe richiamato Tim Burton, ma noi volevamo creare qualcosa di diverso, di piacevole da guardare. Abbiamo aggiunto gli occhi a questi mucchi d’ossa, per regalare anche a loro un’anima”, afferma la produttrice Darla K. Anderson.
Coco è la storia di Miguel, un ragazzino che sogna di diventare un musicista. Ma nella sua famiglia le canzoni non sono ammesse. La nonna gli proibisce di suonare e lui deve ritirarsi in soffitta per non farsi scoprire con la sua chitarra. Miguel non ascolta la madre, non vuole fabbricare scarpe per il resto dei suoi giorni, e in un batter d’occhio si trova nella variopinta Terra dell’Aldilà, alla scoperta delle sue origini.
“Il titolo doveva essere Dia De Los Muertos, ma c’è stata una rivolta da parte della comunità latinoamericana. Non volevano che la Disney diventasse proprietaria della loro festa, anche se questa non era la nostra intenzione. Per rispetto alle tradizioni, lo abbiamo cambiato in Coco, ma eravamo molto affranti per questa incomprensione. Alla fine questo episodio ci ha aiutati a realizzare un film migliore”, aggiunge Unkrich.
Il suo regista preferito è Stanley Kubrick. “Gli spettatori più attenti potranno notare alcuni easter egg dedicati a Shining, ma questo è un cartone animato per famiglie. Non vogliamo spaventare nessuno, anzi l’obiettivo è raccontare una storia universale che possa divertire”. Mara Maionchi, che dà la voce a Mamá Coco, sembra essere dello stesso parere. “Miguel è un sognatore, che sfida i suoi genitori per sentirsi vivo. Questa è una delle opere più reali che la Disney abbia mai realizzato. Ho lavorato spesso con grandi promesse osteggiate dai propri padri. Una volta mi ha telefonato un uomo chiamato Giannini, e mi ha detto che la figlia non doveva salire sul palcoscenico con il suo cognome”. Tutti ridono.
Le voci italiane del film: Matilde De Angelis, Valentina Lodovini, Mara Maionchi e Michele Bravi - Foto Pietro CocciaMatilde De Angelis, la doppiatrice di Tía Victoria, racconta: “I miei genitori mi hanno sempre supportato. Quando mi hanno scelta per Veloce come il vento non mi sentivo pronta, è stata mia madre a spingermi verso il mio futuro”. Poi interviene Valentina Lodovini (Mamá): “Miguel si sacrifica per portare avanti un sogno che è più grande di lui. È un film fantastico”. Infine Michele Bravi, che canta la canzone Ricordami (Solo) durante i titoli di coda: “Ho pianto tutto il tempo. È commovente, emozionante. Rappresenta le vere difficoltà che un artista deve affrontare ogni giorno. Noi inseguiamo la magia delle nostre passioni, e non dobbiamo mai smettere di crederci”.