“Come si spiega che ringrazi le BR per avergli salvato la vita? È una possibilità più che sorprendente, su cui gli storici sono titubanti: in Buongiorno, notte il personaggio di Maya Sansa addormentava i brigatisti e ne permetteva la liberazione, viceversa, qui c’è la libertà, la grazia, la sopravvivenza di Moro”.
A diciannove anni di distanza da Buongiorno, notte (2003), Marco Bellocchio torna sul caso Moro: Esterno notte, la sua prima serie, è in cartellone al 75° Festival di Cannes, arriverà in sala con Lucky Red in due parti: la prima dal 18 maggio, la seconda dal 9 giugno, e in autunno su Rai 1 nell’originale formato seriale.
Marco Bellocchio - Foto Karen Di Paola
Prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, con Simone Gattoni per Kavac Film, in collaborazione con Rai Fiction, scritta da Bellocchio con Stefano Bises, Ludovica Rampoldi e Davide Serino, è interpretata da Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro, Margherita Buy, Toni Servillo, Fausto Russo Alesi, Gabriel Montesi e Daniela Marra.
Cinque ore e mezza di durata, si torna al 1978, allorché l’Italia è in guerra civile: da una parte, le Brigate Rosse, la principale organizzazione armata di estrema sinistra, dall’altra, lo Stato, ci si dibatte tra violenza di piazza, rapimenti, gambizzazioni, scontri a fuoco, attentati. Sta per insediarsi, per la prima volta in un paese occidentale, un governo sostenuto dal Partito Comunista (PCI) in alleanza con la Democrazia Cristiana: Moro, il presidente della DC, ne è il principale fautore. Nel giorno dell’insediamento, il 16 marzo, sulla strada che lo porta in Parlamento, viene rapito, la sua scorta annientata. La prigionia durerà cinquantacinque giorni, scanditi dalle lettere di Moro e dai comunicati dei brigatisti, al termine dei quali il cadavere dello statista verrà abbandonato in una Renault 4 nel centro di Roma, a metà strada tra la sede della DC e quella del PCI.